lunedì 12 luglio 2010

Rapimenti alieni: realtà? (parte 2ª)

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Sognare ad occhi apertiGli psicologi hanno a lungo congetturato che i "rapiti" potessero essere inclini a fantasie e all'essere "assorti", la propensione a sognare ad occhi aperti o a rimanere incantati dai romanzi. Sia i "rapiti" dagli alieni che una gran numero di quelli che si ritrovano a fantasticare denunciano false gravidanze, esperienze extracorporee e apparizioni. Alcuni psicologi speculano sul fatto che persone come Will Bueche e Peter Faust siano semplicemente individui naturalmente predisposti agli incontri con un recettività accentuata rispetto esperienze anomale. Quale che sia il caso, Bueche e Faust hanno trovato un ascoltatore ben disposto in John Mack...

Rapimenti alieni: realtà? (parte 3ª)

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La paralisi nel sonno ha tanti nomi nelle varie culture popolariLa paralisi nel sonno, detta anche paralisi ipnogogica, è un fenomeno comune: il 6% delle persone ne ha avuto almeno un episodio. Il cervello e il corpo si desincronizzano momentaneamente al risveglio dal sonno REM. Il corpo rimane paralizzato, come avviene normalmente durante il ciclo REM, ma la mente è semi-lucida o anche completamente conscia dell'ambiente circostante, anche - secondo uno studio giapponese - se gli occhi sono chiusi. L'esperienza non può essere tecnicamente classificata né come veglia né come sonno. Per alcune sfortunate persone questa leggera paralisi è accompagnata da orribili allucinazioni visive e uditive: luci brillanti, senso di soffocamento e la convinzione che sia presente un intruso.

I giapponesi lo chiamano kanashibari e lo rappresentano come un demone che cammina sul petto di uno sventurato; i cinesi lo chiamano gui ya, o pressione dello spirito. In Romagna prende nome di Mazapégul (uno spiritello dispettoso della tradizione popolare).

Rapimenti alieni: realtà? (parte 4ª)

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L'orologio della Stazione di Bologna fermo alle 10.25 è un esempio di falsa memoria collettivaAlle 10.25 di mattina del 2 agosto 1980 una bomba piazzata da terroristi neofascisti esplose nella Stazione Centrale di Bologna uccidendo 85 persone e ferendone più di 200. L'orologio posto sul piazzale della stazione si fermò a quell'ora. Tutti ricordano distintamente che è stato lasciato fermo da allora per ricordare la strage e da allora chi passa da Bologna lo vede così. Non è vero. Si tratta in realtà di un falso ricordo di massa. L'orologio fu riparato e continuò a funzionare fino al 1996, quando si ruppe nuovamente. Fu solo allora che si decise di puntarlo nuovamente alle 10.25 e lasciarlo fermo così per commemorare le vittime della strage ("Fermate l'orologio di Bologna").

I falsi ricordi sono un problema di monitoraggio della fonte (source-monitoring), l'incapacità di ricordare dove e quando un'informazione sia stata acquisita: per esempio, pensiamo che un amico ci abbia raccontato una notizia mentre in effetti l'abbiamo sentita alla radio (o viceversa). «La memoria umana non è come un videoregistratore», dice Clancy. «È soggetta a distorsione e degrada col tempo. Ciò non significa che i "rapiti" siano psichiatricamente menomati. Non penso che debbano essere considerati strambi. Caso mai sono solo più soggetti a creare false memorie».

I soggetti il cui profilo di personalità indicava un alto livello di assorzione o di inclinazione alle fantasie erano i più soggetti ad avere scarsi risultati nel test del ricordo delle parole. Inoltre, dice McNally, tutti i "rapiti" nel gruppo delle memorie recuperate descrivevano quella che sembrava essere paralisi del sonno.

La Clancy e McNally hanno abbozzato le loro scoperte al Journal of Abnormal Psychology, riducendo il fenomeno dei "rapimenti" a una specie di equazione. La predisposizione a creare false memorie, combinata con disturbi come la paralisi nel sonno e un contesto culturale che considera possibili i rapimenti da parte degli alieni possono portare qualcuno a ricordare falsamente incontri di questo tipo. «Non si deve necessariamente credere a queste esperienze per creare false memorie», dice la Clancy. «Hai appena visto 'X-Files' e hai pensato 'che stronzata'; ma poi ti capita un episodio di paralisi nel sonno che ti fa andar fuori di testa e magari quelle immagini sono ancora lì nella tua mente».

martedì 15 giugno 2010

Il decalogo della disinformazione sul riscaldamento globale

Riscaldamento globaleÈ da qualche anno che anche parlare del tempo mette angoscia. Dai luoghi comuni sulle mezze stagioni siamo piombati in notizie cupe su ghiacciai che si ritirano, orsi polari alla deriva sulla banchisa polare che si spezza, tempeste tropicali, uragani, tifoni e chi più ne ha più ne metta.

Da una parte ci sono i disinformati catastrofisti, succubi delle dannosissime idiozie che spesso si vedono su youtube o si leggono nei forum, che parlano di scenari catastrofici con mari che cresceranno di decine di metri in pochi anni e di complotti degli scienziati (!!!) per tenercelo nascosto; dall'altra i disinformati negazionisti, che chiedono come si possa parlare di riscaldamento globale dopo una primavera fredda come quella appena finita. E chi è informato cosa dice? Da una parte c'è un coro quasi unanime di meteorologi, climatologi, geologi e fisici che parla di effetto serra. Dall'altra un agguerrito e rumoroso gruppo di mosche bianche che dice che non è vero niente, opponendo obiezioni almeno all'apparenza sensate. In mezzo ci stanno i tanti che vorrebbero essere informati ma che non comprendendo la querelle tra le categorie precedenti non riescono a fidarsi ne degli uni ne degli altri.

A questo proposito ho trovato molto interessante un articolo di David Morrison, uno scienziato della NASA, recentemente pubblicato sullo Skeptical Enquirer. L'ho tradotto ... ed eccolo qui.

giovedì 10 giugno 2010

Spirali di luce

La spirale nei cieli australiani (Destin Sparks su flickr)
La spirale nei cieli australiani
Molti blog ufologici, esoterici, newage e complottisti in questi giorni ci raccontano di un (secondo loro) inspiegabile fenomeno nei cieli Australiani, una spirale di luce simile a una vista non molto tempo fa in quelli scandinavi.

Era saltato fuori che la spirale scandinava era il risultato del test (fallito) di un missile balistico intercontinentale russo lanciato da un sommergibile. Gli scienziati avevano pure fornito simulazioni che riproducevano il fenomeno in modo preciso, ma i signori di cui sopra avevano parlato di copertura, insabbiamento, ecc. D'altra parte, essendo la fonte militare e per di più russa, era difficile che le ammissioni potessero andare troppo oltre i comunicati stampa.

Con la spirale australiana i nostri si stanno di nuovo sbizzarrendo. È colpa di HAARP! No, sono terribili armi olografiche! Anzi, è un varco spazio-temporale! È un portale dimensionale! È il cambiamento del 2012 che si avvicina! Dopo i cerchi nel grano le spirali nei cieli! È un wormhole!

Questa volta però la spiegazione è venuta da una fonte civile e la quantità di evidenze come vedremo è notevole...

domenica 30 maggio 2010

Il pensiero magico - parte 1ª

Non è vero... ma ci credo

Un terribile gatto nero Superstizione, scaramanzia e magia sono un fenomeno sociale molto diffuso e spiegabile solo in parte con l'ignoranza o la paura.

Si tratta in effetti di una vera e propria predisposizione degli esseri umani al pensiero magico, un meccanismo mentale tipico dell'infanzia che, in forma ridotta, continua ad accompagnare l'individuo anche nell'età adulta.

Il pensiero magico è, secondo un paio di definizioni di Wikipedia, "un tipo di elaborazione cognitiva in cui manca una relazione causale tra soggetto e oggetto" ovvero una forma di "ragionamento causale che cerca correlazioni tra atti od espressioni e certi eventi".

Calvin e HobbesI bambini parlano coi loro pupazzi, li fanno vivere, attribuiscono a un giocattolo o a un oggetto il potere di proteggerli, per esempio, dal buio o comunque dalle situazioni di stress che non riescono a controllare in altro modo. Si pensi alla ormai proverbiale coperta di Linus o a Calvin e alla sua tigre di pezza Hobbes che egli fa diventare reale con la sua fantasia. Per il bambino il pensiero magico è importante tanto per questa funzione protettiva quanto per quella cognitiva: riempie i vuoti delle altre forme di pensiero e fornisce "spiegazioni" di situazioni che un bimbo non sa ancora affrontare con la logica e con l'esperienza.

Ma il pensiero magico è un meccanismo presente anche negli adulti. Se fumate vi sarà sicuramente capitato di accendere la sigaretta e un istante dopo vedere arrivare l'autobus o il treno che stavate aspettando (e doverla così spegnere); o di lavare la macchina per vederla sporcata dalla pioggia poco dopo. A livello razionale sappiamo che tra sigaretta e autobus e tra lavaggio e pioggia non ci possono essere relazioni causali, ma anche i più razionali in casi come questi si ritrovano ad imprecare contro il destino cinico e baro...

Il pensiero magico - parte 2ª

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Tessuto entrato in contatto con Papa Giovanni XXIII (reliquia da contatto)In molti casi il valore dell'oggetto proviene da chi l'ha posseduto o usato o toccato: un esempio di contagio magico.

Da uno studio risulta che l'80% degli studenti delle superiori sostiene che ci sia almeno un 10% di possibilità che mettere un pullover di Mr. Rogers, anche senza saperlo, doterebbe chi la indossa di parte della sua "essenza": migliorerebbe il proprio atteggiamento e renderebbe più amichevoli. Del resto migliaia di anni di reliquie sacre (quella nella foto qui a fianco è un pezzetto di stoffa entrata in contatto con papa Giovanni XXIII) dimostrano quanto questa convinzione sia diffusa in tutte le culture e in tutte le epoche.

Gloria Steinem una volta raccontò un aneddoto di prima che fosse famosa: un'altra ragazza che l'aveva vista toccare alcuni dei Beatles le chiese per questo un autografo.

Paul Rozin dell'Università della Pennsylvania e la Nemeroff ipotizzano che il contagio magico possa essere un'evoluzione della nostra paura dei germi che come le essenze sono invisibili, facilmente trasmissibili, e hanno conseguenze di vasta portata.

Ben prima che noi umani avessimo qualunque idea di cosa fossero i germi mettevamo in quarantena gli ammalati ed evitavamo di toccare i cadaveri. L'intuizione profonda che qualità morali o psicologiche possano passare tra le persone, o che un oggetto porti con se la propria storia, potrebbe essere solo l'estensione della tendenza adattiva a prestare attenzione alle fonti di infezione. Ma questo non significa che siamo bravi a valutare le fonti di contagio.

Il pensiero magico - parte 3ª

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5. Dare nomi alle cose è dominarle

VelenoCosì come i pensieri e gli oggetti, anche i nomi hanno potere. La capacità del linguaggio di scovare associazioni agisce su di noi come un incantesimo. Piaget diceva che i bambini spesso confondono gli oggetti coi loro nomi, un fenomeno che ha etichettato come "realismo nominale". Rozin e colleghi hanno dimostrato il realismo nominale negli adulti.

Dopo aver visto versare dello zucchero in due bicchieri d'acqua ed aver personalmente messo le etichette "zuccherato" in uno e "velenoso" nell'altro, la maggior parte delle persone preferiscono bere dal bicchiere con su scritto "zuccherato" e sono comunque intimoriti da uno sempre da loro etichettato "non velenoso" (il subconscio non elabora i negativi). Rozin ha anche visto che le persone sono riluttanti a stracciare un bigliettino su cui sia scritto il nome della persona amata. Simboli arbitrari portano con loro l'essenza di ciò che rappresentano. Sulla stessa falsariga «l'adozione del nome Adolf diminuì fortemente negli anni 1940», fa notare Rozin. 

6. Il Karma è bastardo

In terza media un ragazzino chiamato Kevin aveva l'hobby di darmi sui nervi, di prendermi in giro per tutto, dal taglio dei capelli ai laccetti delle scarpe. Avrei voluto tanto dargli un bel calcione dove meritava ma ... non ho dovuto farlo. Un bel giorno ebbe un piccolo incidente col manubrio di una bicicletta. Con la sua virilità menomata, non potei far altro che sentire che c'era un senso di giustizia nell'universo. Se l'era meritato.
Il Karma
Credere che il mondo sia giusto mette la nostra mente a proprio agio e anche quando ci sono cose fuori dal nostro controllo, esse capitano per una ragione.