Da una parte ci sono i disinformati catastrofisti, succubi delle dannosissime idiozie che spesso si vedono su youtube o si leggono nei forum, che parlano di scenari catastrofici con mari che cresceranno di decine di metri in pochi anni e di complotti degli scienziati (!!!) per tenercelo nascosto; dall'altra i disinformati negazionisti, che chiedono come si possa parlare di riscaldamento globale dopo una primavera fredda come quella appena finita. E chi è informato cosa dice? Da una parte c'è un coro quasi unanime di meteorologi, climatologi, geologi e fisici che parla di effetto serra. Dall'altra un agguerrito e rumoroso gruppo di mosche bianche che dice che non è vero niente, opponendo obiezioni almeno all'apparenza sensate. In mezzo ci stanno i tanti che vorrebbero essere informati ma che non comprendendo la querelle tra le categorie precedenti non riescono a fidarsi ne degli uni ne degli altri.
A questo proposito ho trovato molto interessante un articolo di David Morrison, uno scienziato della NASA, recentemente pubblicato sullo Skeptical Enquirer. L'ho tradotto ... ed eccolo qui.
La disinformazione sul riscaldamento globale
di David Morrison
Nell'ultimo decennio ho seguito le sempre maggiori evidenze dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, discutendone con colleghi che si occupano di atmosfera e partecipando a presentazioni tenute da scienziati di primo piano ad incontri professionali come l'American Association for the Advancement of Science (AAAS) o la American Geophysical Union (AGU).
Raramente in queste occasioni ho trovato qualcuno che fosse veramente in disaccordo col crescente consenso scientifico sul riscaldamento globale e le minacce che porta con se. Nell'ottobre dell'anno scorso, tuttavia, ho visto queste idee messe in discussione sia da colleghi scettici che da alcuni membri del pubblico cui stavamo parlando. Per me è stato uno shock e mi ha fatto ripensare alle affermazioni di chi contesta che ci sia il riscaldamento. Mi piacerebbe condividere un po' di ciò che ho imparato.
Uno degli obiettivi di chi nega il fenomeno sembra essere alzare del polverone e dare l'impressione che le evidenze scientifiche dietro il riscaldamento globale siano deboli. Questa campagna di disinformazione sta avendo almeno in parte successo. I sondaggi (per esempio il sondaggio Pew/AAS, SkepticalInquirer, del novembre/dicembre 2009) mostra che circa la metà dei cittadini statunitensi pensa che ci sia un sostanziale disaccordo tra gli scienziati quando in realtà c'è una quasi unanimità su questa faccenda da almeno dieci anni.
Gli argomenti scientifici diventano sempre più robusti ma il consenso pubblico tarda ad arrivare. La maggior parte delle contro-argomentazioni non hanno scientificamente senso o sono basate su informazioni obsolete. Va bene essere scettici, ma dobbiamo preoccuparci quando lo scetticismo ha derive negazioniste.
Non è questo il posto per discutere nel dettaglio del riscaldamento globale; lo fanno già molto bene i rapporti dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Gruppo consulente intergovernativo sul mutamento climatico, IPCC). Si vedano in particolare l'IPCC Summary for Policymakers (qui) e le FAQ (qui). Elencherò invece (in grassetto) alcuni degli argomenti tipici di chi nega il riscaldamento globale che possono essere utili per capire quando si fa disinformazione.
- Perché dovrei preoccuparmi dell'anidride carbonica quando il principale gas serra è il vapore acqueo?
Quest'affermazione travisa il processo di riscaldamento. È l'anidride carbonica (col metano) a controllare la struttura termica dell'atmosfera. Il contenuto di vapore acqueo e molto variabile e, fondamentalmente, segue l'andamento dell'anidride carbonica, fornendo un feedback positivo che ne amplifica gli effetti.
- Ciò cui stiamo assistendo sono "variazioni naturali" causate principalmente da modifiche dell'attività solare.
È falso. È da un quarto di secolo che stiamo monitorando l'attività solare, le cui variazioni sono considerate in tutti i modelli climatici. La maggior parte delle variazioni di temperatura fino all'inizio del ventesimo secolo possono essere ricondotte a piccole variazioni dell'attività solare cui vanno aggiunte variazioni cicliche a lungo termine dell'orbita terrestre e raffreddamenti a breve termine associati alle grandi eruzioni vulcaniche. Ci sono anche effetti di riscaldamento e raffreddamento dovuti a El Niño e altri mutamenti di direzione nella circolazione atmosferica e oceanica. Tuttavia, dalla metà del secolo, il rapido riscaldamento dovuto all'anidride carbonica nell'atmosfera sta emergendo su questi cicli naturali.
- L'apparente aumento delle temperature è un artefatto dovuto alle misurazioni che provengono pr la maggior parte dalle città che sono più calde dei loro dintorni.
Anche questo è falso. Nei grafici sulle temperature globali si tiene conto anche dell'effetto “isola di calore”. Gran parte dello sforzo degli scienziati è per cercare di combinare le varie misurazioni della temperatura in modo da produrre insiemi di dati confrontabili, mettendo insieme le misurazioni prese a terra e quelle satellitari con informazioni indirette (per esempio la misurazione degli isotopi che permette di seguire molto da vicino le temperature).
Ovviamente ci sono anche degli effetti su larga scala che sono facilmente visibili [e che non possono spiegarsi con l'effetto “isola di calore”, n.d.t.]: parliamo del ritiro dei ghiacciai, dello scioglimento dei ghiacci groenlandesi e antartici e della riduzione della calotta artica.
- Mentre le temperature sembrano aumentare nella bassa atmosfera (troposfera), stanno scendendo nella stratosfera.
Chi dice questo non capisce che si tratta dell'andamento previsto dell'effetto serra (perché i gas serra nella troposfera bloccano il flusso di calore radiante dalla superficie terrestre alla stratosfera). Se il riscaldamento fosse dovuto a una causa esterna, come maggiori emissioni da parte del sole, si starebbero riscaldando sia la troposfera che la stratosfera. I modelli computazionali attuali permettono di distinguere l'effetto serra dalle altre cause e rivelano la superiorità di questo tipo di riscaldamento negli ultimi decenni.
- L'attività umana e le eruzioni vulcaniche contribuiscono alla copertura nuvolosa facendo sì che più luce solare venga riflessa dall'atmosfera.
È vero. Tutto ciò contrasta in larga misura il riscaldamento dovuto all'effetto serra. L'inquinamento atmosferico, sia naturale (ceneri vulcaniche) che umano (fumi ed altre emissioni di aerosol), influenza la temperatura riflettendo la luce del sole e riducendo il riscaldamento che avremmo se l'effetto serra agisse incontrastato. Infatti senza questi contributi al raffreddamento, il riscaldamento aggiuntivo dovuto all'effetto serra sarebbe significativamente più grande di quello che misuriamo. Ci sono anche aumenti di temperatura dovuti all'inscurimento della superficie che fa assorbire più luce. Quando i ghiacci si sciolgono nel Mar Glaciale Artico, l'acqua più scura assorbe un quantitativo molto maggiore di luce solare, un effetto che accelererà in futuro il riscaldamento globale.
- La tendenza al riscaldamento degli anni novanta non è un grosso problema; le temperature sono comunque più basse ora di quanto non fossero nel periodo caldo medioevale (IX-XIV secolo).
È falso. Nel corso degli ultimi millenni le temperature non sono mai state alte come oggi. Verso la metà del ventesimo secolo le temperature hanno superato i record di un migliaio di anni fa e hanno continuato ad aumentare, portandoci in un territorio climatico sconosciuto.
- C'è stato un riscaldamento negli anni novanta ma ora si è fermato e il mondo sta entrando in quello che potrebbe essere un ciclo di raffreddamento a lungo termine.
È un'interpretazione errata delle misurazioni delle temperature. Ci sono sempre fluttuazioni a corto termine nelle temperature globali che si sovrappongono alla tendenza generale al riscaldamento. Chi dice che le temperature si sono stabilizzate o stanno calando nell'ultimo decennio parte dal dato anomalo del 1998, quando le temperature furono più alte a causa di una ricorrenza particolarmente attiva di El Niño. Se si prende una temperatura così alta come punto di partenza, è ovvio che i valori tendano ad essere più bassi per diversi anni successivi (regressione verso la media). Se si esclude il picco del 1998 le temperature nell'ultimo decennio hanno proseguito la tendenza al riscaldamento degli anni novanta.
- Più anidride carbonica è meglio: fa crescere bene le piante.
Potrebbe essere vero se potessimo aumentare il livello di anidride carbonica senza innescare l'effetto serra, ma le temperature alte non vanno bene per la maggioranza delle piante. Inoltre l'aumento dell'anidride carbonica aumenta l'acidità degli oceani, il che può distruggere le barriere coralline o avere effetti deleteri sullo zooplancton, da cui dipendono tantissime forme di vita oceaniche. Sulla maggior parte del pianeta, periodi di siccità localizzati e a lungo termine causati dal riscaldamento globale avranno considerevoli effetti negativi sulla vegetazione.
- Non c'è una sostanziale identità di vedute sulla faccenda; molti scienziati non sono d'accordo col riscaldamento globale.
Assolutamente falso. I dissenzienti non hanno praticamente pubblicato alcun lavoro sottoposto a peer-review (revisione paritaria) nell'ultimo decennio e per la maggior parte non sono climatologi; soprattutto non hanno fornito un modello alternativo per spiegare i dati. Le accademie nazionali delle scienze di tutti i paesi industrializzati hanno firmato le conclusioni del'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, Gruppo Consulente Intergovernativo sul Mutamento Climatico) che rappresentano una forte convergenza scientifica sia sulla realtà del riscaldamento globale si sulle sfide che delle minacce che implica.
- Come possiamo fidarci degli scienziati che studiano il clima quando molti messaggi di posta elettronica di scienziati inglesi dimostrano che hanno distorto i dati e volutamente omesso le opinioni di dissenso?
I messaggi di posta elettronica rubati a un centro climatologico britannico mostrano come lavorano i veri scienziati, nudi e crudi. Le persone nelle e-mail personali in genere scrivono cose che non vorrebbero mai venissero pubblicate. Malgrado ciò in quei messaggi non c'è una sola prova che dei dati climatologici siano stati falsificati od omessi. Sembra che ci siano state pressioni sugli editori di riviste scientifiche affinché non pubblicassero i lavori di chi nega il riscaldamento globale. È esattamente quello che fanno di solito gli scienziati: vagliare accuratamente gli articoli da pubblicare attraverso il sistema del peer-review per eliminare alla radice i lavori scientifici fatti male. Se qualcuno fosse andato oltre e avesse commesso abusi, saranno le indagini in corso a rivelarlo. Ma non c'è nulla in questa controversia che riduca in qualche modo il consenso scientifico sul fatto che il riscaldamento globale abbia sia causato dall'uomo.
Faccio notare che non ho detto nulla su future tendenze al riscaldamento, innalzamento del livello dei mari o aumento della violenza dei fenomeni atmosferico. Come si suol dire, è difficile fare previsioni... specialmente sul futuro!
È certo che il riscaldamento continuerà, dal momento che le temperature sono influenzate dall'aumento di CO2 (anidride carbonica) nell'atmosfera. Malgrado le promesse non c'è stata nessuna riduzione del ritmo di produzione della CO2 e anche se i governi prendessero misure drastiche continueremmo a pompare nell'atmosfera grandi quantità di gas serra almeno fino alla metà del secolo. Inoltre il sistema climatico stesso ha un inerzia, e il riscaldamento segue di 10/15 anni la concentrazione di CO2.
Ci sono anche grossi dubbi sugli effetti di feedback, specialmente per quel che riguarda il riscaldamento delle regioni polari, che potrebbe accelerare lo scioglimento dei ghiacci e portare al rilascio di CO2 e metano dalla tundra. Gli scienziati hanno provato a costruire modelli per questi processi e le loro simulazioni concordano per i prossimi dieci-venti anni. Oltre questo periodo però i modelli divergono, sia per l'incertezza su computi a lungo termine che per differenze nelle assunzioni fatte.
È ragionevole essere scettici su specifiche previsioni, specialmente dopo il 2030, ma non si dovrebbe essere ciechi su quello che sta succedendo ora al nostro pianeta.
Riferimenti:
Le fonti di questo articolo sono i rapporti della IPCC e gli articoli sottoposti a peer-review cui i primi fanno riferimento. Oltre al materiale della IPCC consiglio anche due affidabili siti Web:
- RealClimate - Climate Science from Climate Scientists
- SkepticalScience - Examining the Science of Global Warming Skepticism.
Articolo originale: Disinformation about Global Warming
Un bel lavoro, chiaro e documentato.
RispondiEliminaPurtroppo è tutt'altro che esaustivo, SkepticalScience, che citi alla fine, riporta letteralmente centinaia di obiezioni fatte alla teoria dell'AGW (e relative contro-obiezioni).
Quelle che citi qui sono quelle più serie, molte altre sono assolutamente inconsistenti da un punto di vista scientifico, o vere e proprie bufale. Come la storia che negli anni '70 gli scienziati prevedessero un'era glaciale imminente, o che il CO2 non sia un gas serra perché questo violerebbe il secondo principio della termodinamica.
Grazie del complimento ma è d'obbligo dire che non è farina del mio sacco. Come ho scritto, è la traduzione di un articolo di David Morrison.
RispondiEliminaUno dei miei chiodi fissi è che la disinformazione è sempre e comunque dannosa. Se da una parte ci sono obiezioni inconsistenti dall'altra spesso ci sono esagerazioni irresponsabili (gente su sitarelli complottisti che scambia i cm per metri e altri che li citano). E questo ovviamente innesca le reazioni degli iperscettici, generando un circolo vizioso di cattiva informazione che diventa rumore, tanto che anche su Google, diventa difficile per un curioso trovare informazioni sensate.
E' questo il motivo per cui l'articolo di Morrison mi è piaciuto!
@Gabriele: interessante articolo ...
RispondiEliminaCi sono alcuni punti che vale la pena di discutere, se hai voglia/tempo (vale anche per me :) ).
@PinoDeajo
RispondiEliminaSono qua. Anche in questo caso tieni conto che non è un articolo mio ma una traduzione.
@Gabriele: Alla ricerca di dati ... :)
RispondiEliminaPer ora ho trovato un sito interessante: http://www.metcheck.com/V40/UK/FREE/teleconnections.asp?monthFor=-1
Sono l'elaborazione dei dati (rilevati su scala globale una volta al giorno) di:
1) NAO - North Atlantic Oscillation;
2) AO - Arctic Oscillation;
3) PNA - Pacific North America Pattern.
Potrebbe essere utile avere dei dati aggiornati, non credi? :)
E' interessante anche questo: OK, climate sceptics: here's the raw data you wanted. Sono i dati grezzi al centro del cosiddetto "Climategate".
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione.
RispondiEliminaNon sono un esperto, ma mi sembra di capire che Metcheck consideri tre tipi di dati (NAO+AO+PNA), mentre Metoffice solo un tipo di dati, forniti dall'IPCC - a cui fa riferimento l'articolo. (http://www.metoffice.gov.uk/research/climate/climate-monitoring/land-and-atmosphere/surface-station-records)
Ripeto, non me ne intendo, ma mi sembra che 3 sia meglio di 1 ... o no?
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NAO (http://www.cpc.ncep.noaa.gov/data/teledoc/nao.shtml)
AO (http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/precip/CWlink/daily_ao_index/ao_index.html)
PNA (http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/precip/CWlink/pna/pna.shtml)
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ps ... qual'è la tag per fare i link?
Sinceramente ne so troppo poco per valutare quale delle tre sia migliore.
RispondiEliminaPer inserire un link usi la sintassi standard HTML:
[a href="http://indir.riz/zo"]Nome del link[/a]
dove al posto delle parentesi quadre [] usi quelle angolate <>
@Gabriele: cercherò qualche altra info...
RispondiEliminaPer la precisione: non parlavo della migliore fra le tre, ma del migliore fra i due sistemi di analisi dei dati. :)