venerdì 8 giugno 2012

I neutrini non sono più veloci della luce (ed Einstein tiene duro)


Esperimento OPERA
Dopo l'eccitazione del primo annuncio, l'ilarità sul Tunnel della Gelmini, la delusione della prima smentita, la disillusione delle prime evidenze contrarie sono arrivati i nuovi risultati dei quattro esperimenti che analizzano i neutrini tra Cern e Laboratori del Gran Sasso: i neutrini sparati dal CERN non sono più veloci della luce.

L'annuncio è stato dato a Kyoto (Giappone) alla 25ª Conferenza Internazionale sulla fisica del neutrino. I quattro esperimenti (OPERA, Borexino, Icarus e LVD) hanno tutti misurato tempi di volo dei neutrini sparati dal CERN ai Laboratori del Gran Sasso consistenti con la velocità della luce.

I risultati precedenti erano stati falsati da un errore di temporizzazione delle fibre ottiche, un elemento del complicatissimo sistema di misurazione implementato tra il CERN e il Gran Sasso.

Sergio Bertolucci, direttore per la ricerca e le tecnonogie d'informazione del CERN ha dichiarato che «Anche se questo risultato non è così eccitante come qualcuno avrebbe desiderato si tratta di quello che, in fondo, ci si aspettava. La vicenda ha catturato l’immaginazione pubblica e le ha dato l’opportunità di vedere il metodo scientifico in azione: un risultato inaspettato è stato reso noto per essere esaminato e risolto grazie alla collaborazione di esperimenti che sono, normalmente, in concorrenza fra loro. Questo è il modo in cui la scienza si muove».

Lucia Votano, direttore dei Laboratori INFN del Gran Sasso, ha commentato che «È motivo di grande soddisfazione che quattro diversi esperimenti abbiano potuto misurare con grande precisione la velocità del neutrino su una distanza di 730 chilometri, trovando tutti risultati tra loro coerenti e compatibili con la teoria della relatività».

Insomma viva il metodo scientifico. Magari con un po' più di cautela negli annunci...



Fonte: Wired

mercoledì 6 giugno 2012

Zanzare nella pioggia

Zanzara nella pioggia

Secondo un articolo di ricercatori del Georgia Institute of Technology e della Harvard University, pubblicato sul Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) ci sarebbe la risposta a un dubbio che da sempre attanaglia l'umanità: come fanno le zanzare a sopravvivere alla pioggia?

Togliamoci subito questo dubbio amletico: rischiano di essere schiacciate al suolo dalle gocce solo se volano troppo basse; altrimenti - grazie alla loro massa ridotta e alla loro struttura fisica elastica e resistente, sono in grado di resistere all'accelerazione provocata dalla goccia... Se vi interessano i particolari sono su un articolo nel blog di Le Scienze (qui).

Come suggerisce lo stesso articolo, una ricerca del genere potrebbe tranquillamente venir candidata al premio IgNobel per la fisica o quantomento al trofeo EtsiQuaatzi, se non fosse che l'esperimento in questione fa parte di una ricerca più vasta sui cosiddetti Micro Aerial Vehicle o MAV, micro-veicoli volanti da usare "per sistemi di di sorveglianza e operazioni di ricerca e salvataggio"...

lunedì 4 giugno 2012

Terremoto in Emilia Romagna


Torre dell'Orologio di Novi
Sono emiliano-romagnolo e se i terremoti di questi giorni non mi hanno coinvolto direttamente hanno però colpito diverse persone che conosco.

Ecco perché sentire ochette che starnazzano di profezia Maya, HAARP, prospezioni geologiche, depositi di gas, allineamenti planetari e superlune; o ciarlatani che parlano di previsioni possibili; o ancora qualunquisti ignoranti e disinformati che accusano i sismologi di incompetenza  mi fa indignare ancor di più.

Volevo scrivere qualcosa ma visto che c'è chi l'ha fatto già in modo chiaro, preciso e con competenze che io non posso vantare, mi limito a farvi conoscere i loro lavori...