Oltre agli anti-vaccinisti che hanno avuto l'onore delle cronache in questi giorni per la loro viscerale avversità al decreto che (re)introduce la vaccinazione obbligatoria, ci sono da tempo anche quelli anti-chemio e spesso sono le stesse persone.
Sono convinti che la chemioterapia non solo sia inutile ma che acceleri la morte dei pazienti, che serva solo per foraggiare Big Pharma, che gli oncologi facciano parte di un grande complotto (ecc.) e che andrebbe utilizzata la “medicina alternativa” perché “è naturale e non chimica”.
Un gruppo di ricercatori dell'Università di Yale ha recentemente pubblicato un articolo sul Journal of the National Cancer Institute intitolato “Use of Alternative Medicine for Cancer and Its Impact on Survival” (vedi sotto per le fonti). Lo studio mette a confronto la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi dei pazienti affetti da cancro non metastatico a polmone, mammella, prostata e intestino (colon/retto) che hanno scelto di affidarsi esclusivamente alle varie terapie alternative rispetto a chi ha optato per le cure riconosciute dalla scienza medica (chemioterapia, radioterapia, chirurgia, cura ormonale). Giudicate voi se il risultato lascia qualche dubbio.
In media il 78,3% dei pazienti che si affidano alle terapie convenzionali sopravvivono almeno cinque anni contro solo il 54,7% di chi sceglie i rimedi alternativi.
La differenza minore si ha nel caso del cancro alla prostata che nelle prime fasi di sviluppo cresce più lentamente: sopravvive almeno cinque anni il 91,5% dei pazienti trattati con rimedi convenzionali contro l'86,2% di chi sceglie la cosiddetta “medicina alternativa”.
Per il cancro al polmone siamo al 41,3% contro il 19,9%.
Per il cancro alla mammella siamo all'86,6% contro il 58,1%, con buona pace di Eleonora Brigliadori.
Per quello all'intestino sopravvive almeno cinque anni il 79,4% di chi si affida alla medicina contro il 32,7% di chi sceglie i rimedi alternativi.
Come sempre, per l'anti-scienza parlano gli “esperti” come Eleonora Brigliadori o Red Ronnie. Per la scienza parlano i numeri.
Fonti:
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sabato 19 agosto 2017
domenica 16 luglio 2017
Le “profezie” della scienza
Io è il corpo più geologicamente attivo del Sistema solare. Nella parte superiore, quasi al centro, si vede un pennacchio vulcanico. |
Ce n'è uno che imperversa su Usenet (un social network ante litteram) proponendo la sua “teoria” della gravitazione (una revisione delle sfere celesti) che cerca disperatamente di trovare pecche della gravitazione newtoniana. I suoi tentativi si risolvono sempre in fallimenti vuoi perché la pecca è inventata, vuoi perché non ha capito ciò di cui parla, vuoi perché la spiegazione va oltre le quattro operazioni di base, vuoi perché – come in questo caso che voglio raccontarvi – la presunta pecca è tutto il suo opposto.
L'ultima volta che ci ho discusso sproloquiava dell'orbita del satellite Io di Giove e del fatto che, secondo lui, la meccanica newtoniana non spiegherebbe le deformazioni che quel corpo subisce a causa della gravità gioviana (con annesso un immancabile complotto del silenzio da parte della NASA e degli scienziati)...
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giovedì 8 giugno 2017
L'homo sapiens è “nato” prima di quanto si pensasse?
Una ricostruzione al computer dei resti fossili di Jebel Irhoud mostra un viso piatto, tipicamente moderno e un più primitivo cranio allungato |
Forse la nostra specie è più antica di quanto si pensasse. Una recentissima ricerca pubblicata sull'ultimo numero di Nature anticiperebbe di centomila anni l'origine dell'homo sapiens.
Un recentissimo ritrovamento fossile in Marocco, nella cava di Jebel Irhoud, collocherebbe a circa 315.000 anni fa il più antico e primitivo fossile attribuibile all’homo sapiens [vedi qui, qui e qui]. Le caratteristiche facciali, mandibolari e la morfologia dentale sono moderne mentre la mascella massiccia, la morfologia cranica allungata e quella endocraniale appaiono più primitive. Sappiamo che controllava il fuoco perché nel sito sono stati trovati resti di carbonella insieme a lame litiche e resti di animali con segni di macellazione.
A questa sottospecie non è stato ancora attribuito un nome. Se la ricerca fosse confermata, sposterebbe la “culla” della nostra specie dall’Africa Orientale a quella Nord-Occidentale o più probabilmente indicherebbe un processo evolutivo lungo e complesso che avrebbe coinvolto tutta l’Africa. Le “origini” andrebbero anticipate di almeno centomila anni rispetto ai 195.000 anni fa supposti in precedenza.
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giovedì 5 maggio 2016
Diventare uomini: una linea crono-genetica dell'evoluzione umana
Ho visto uno splendido slide show pubblicato sul sito della BBC che è la naturale estensione del post Diventare uomini: una linea cronologica dell'evoluzione umana.
Riassume le tappe della nostra evoluzione non attraverso i ritrovamenti paleontologici e le datazioni geologiche, ma ripercorrendo nel corso dei milioni di anni le mutazioni genetiche che ci hanno resi quello che siamo.
Eccolo qui, tradotto, adattato e integrato.
Nel corso di diversi milioni di anni, le antiche scimmie si sono gradualmente evolute in esseri umani. Ecco i cambiamenti chiave che hanno sperimentato in questo lungo cammino evolutivo...
I semplici passi che ci hanno resi umani
Nel corso di diversi milioni di anni, le antiche scimmie si sono gradualmente evolute in esseri umani. Ecco i cambiamenti chiave che hanno sperimentato in questo lungo cammino evolutivo...
martedì 12 aprile 2016
L'equazione dell'amore (ovvero l'entanglement demistificato)
Fate un esperimento e cercate su google “equazione dell'amore”. Troverete dei riferimenti all'equazione di Dirac, uno dei capisaldi della meccanica quantistica, e la sua presunta spiegazione che riporto testualmente: «Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce».
Detta così suona fantastica. Due sistemi/entità/cose/persone che interagiscono per un po' sono legate per sempre da un vincolo invisibile che agisce a qualunque distanza. L'ammóre, la telepatia, la preghiera, la precognizione, gli amuleti, la sincronicità, ecc. sarebbero tutti spiegati dall'equazione di Dirac e quindi dalla fisica quantistica... Non è bellissimo tutto ciò? È talmente bello che c'è addirittura chi l'equazione di Dirac se l'è tatuata addosso.
Mi sono spesso chiesto dove e quando sia nata questa stronzata...
Detta così suona fantastica. Due sistemi/entità/cose/persone che interagiscono per un po' sono legate per sempre da un vincolo invisibile che agisce a qualunque distanza. L'ammóre, la telepatia, la preghiera, la precognizione, gli amuleti, la sincronicità, ecc. sarebbero tutti spiegati dall'equazione di Dirac e quindi dalla fisica quantistica... Non è bellissimo tutto ciò? È talmente bello che c'è addirittura chi l'equazione di Dirac se l'è tatuata addosso.
Mi sono spesso chiesto dove e quando sia nata questa stronzata...
venerdì 12 febbraio 2016
Confermate le onde gravitazionali: Einstein aveva ragione.
Albert Einstein, 1916 |
Finora abbiamo visto l'universo solo tramite le radiazioni elettromagnetiche: onde radio, microonde, infrarosso, luce visibile, ultravioletto, raggi X, raggi gamma. Ora possiamo vederlo letteralmente sotto una nuova luce (e, come vedremo, le informazioni che possiamo ricavarne sono tantissime).
Le onde gravitazionali, secondo la teoria di Einstein, sono prodotte dalle masse che accelerano. Così come una nave che si muove solleva onde che si propagano sulla superficie dell'acqua, ogni volta che una massa accelera produce delle increspature gravitazionali nello spazio-tempo (il che avviene in effetti sempre perché la gravità ha portata infinita e il suo effetto è appunto accelerare i corpi). Queste onde si muovono nel tessuto spaziotemporale stesso deformandolo al loro passaggio. Con lo spazio-tempo si deformano gli stessi oggetti attraversati dalle onde. Quando una attraversa il vostro corpo, questo subirà uno stiramento e poi una contrazione e ciò avviene di continuo. Come mai non ce ne accorciamo?
Perché la deformazione è piccolissima ed è questo il motivo per cui finora non erano state trovate le onde gravitazionali: mancava la tecnologia per poterle misurare. Basti pensare che che il livello di precisione richiesta per questa scoperta è stata dell'ordine di grandezza dello spessore di un capello rispetto alla distanza tra il Sole e la stella più vicina.
Dunque i corpi che accelerano, producono onde gravitazionali. Tanto più massicci sono i corpi e forti le accelerazioni quanto più ampie saranno queste onde.
Ecco cos'è stato scoperto a settembre dell'anno scorso...
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giovedì 4 febbraio 2016
Il Principio di Improbabilità
Un caprone |
Il caprone però è irremovibile: il caso non esiste e l'individuo in questione dev'essere necessariamente dotato di qualche “facoltà sconosciuta” (magari legata alla sua visione cazzara della meccanica quantistica), altrimenti avrebbe sbagliato sempre. Che si possa indovinare un numero tra 1 e 6 tirando a casaccio è per lui inconcepibile e in effetti non arriva nemmeno a capire che sbagliare sempre sarebbe tanto strano quanto indovinare sempre. Pare incredibile, ma individui del genere esistono veramente, e pretendono pure di essere esperti di fenomeni paranormali. Ma non è di questo caso umano (il caprone, intendo) che voglio parlare.
Anche dalle discussioni inutili a volte scaturisce qualcosa di utile. Facendo ricerche sull'argomento mi è caduto infatti l'occhio su un libro intitolato “Il caso non esiste” (su Amazon potete leggerne un estratto e poi magari acquistarlo, personalmente ve lo consiglio). L'autore, David Hand, è un affermato docente universitario di statistica, uno studioso di prim'ordine a livello mondiale. Possibile che abbia scritto una simile enormità?
In effetti no, non è possibile (vedi, sotto, la legge della leva di probabilità). L'enormità è tutta merito dell'editore che voleva evidentemente un titolo ad effetto, anche se del tutto insensato. Quello originale è infatti “The Improbability Principle”, un'idea che significa sostanzialmente il contrario del titolo italiano.
Il libro parla delle coincidenze più strane, degli eventi più straordinariamente improbabili e incredibili, delle ragioni per cui accadono e continuano accadere, a dispetto del fatto che - in quanto tali - non dovrebbero accadere.
Il «principio di improbabilità» consiste di cinque leggi: inevitabilità, numeri veramente grandi, selezione, leva di probabilità e prossimità sufficiente. Esse attengono a livelli diversi. Alcune fanno riferimento ad aspetti fondamentali del modo in cui è strutturato l’universo. Altre si fondano su proprietà intrinseche di ciò che intendiamo per probabilità. Altre ancora riguardano la psicologia umana. Nelle circostanze giuste, una qualsiasi di queste leggi è sufficiente a dare prova del principio di improbabilità, ma è quando tutte operano all’unisono che la sua forza diventa notevole. E l’improbabile, per quanto inconcepibile, accade.
Di alcune di queste si è già parlato nell'articolo “La psicologia delle coincidenze”. Vediamole a grandi linee. Ve le riporto tradotte direttamente dal sito dedicato al libro.
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martedì 29 dicembre 2015
Giganti... sciocchezze
Anche nella fuffa esistono gli evergreen. Una delle fesserie più grosse che ogni tanto ritornano in auge sono i giganti, i cui più grandi sostenitori sono i creazionisti americani. I fufffari d’accatto delle nostre parti si limitano a scimmiottarli (qualsiasi cosa, anche la cretinata più ridicola, pur di dare addosso agli odiatissimi “scettici”).
Su questo argomento ho già scritto, tanto tempo fa, La fisica dei giganti e dei nani (una traduzione adattata di un articolo americano), ma è davvero molto lungo. In questo articolo mi limiterò all’essenziale.
Chiariamo subito cosa si intende qui per “giganti”: non sono persone molto alte, come i giocatori di basket, o i malati di gigantismo. Non sono nemmeno esseri viventi spaventosamente grandi come i dinosauri. Per giganti intendo i presunti omoni alti diversi metri ma con le stesse proporzioni di un essere umano, le cui gesta sono narrate in miti, leggende e testi religiosi e i cui scheletri, secondo i siti di archeologia misteriosa, sarebbero stati trovati in giro per il mondo; tipo la foto qui a fianco (tratta da un celebre concorso di photoshop ma spacciata spesso per vera), per intenderci.
Non rincorrerò le decine di casi inesistenti, per lo più attrazioni da fiera di paese del XIX secolo o degli inizi di quello scorso. A testimoniare sulla questione chiamo due famosi scienziati...
Su questo argomento ho già scritto, tanto tempo fa, La fisica dei giganti e dei nani (una traduzione adattata di un articolo americano), ma è davvero molto lungo. In questo articolo mi limiterò all’essenziale.
Immagine da un concorso di ritocco fotografico del sito www.worth1000.com |
Non rincorrerò le decine di casi inesistenti, per lo più attrazioni da fiera di paese del XIX secolo o degli inizi di quello scorso. A testimoniare sulla questione chiamo due famosi scienziati...
domenica 27 dicembre 2015
È solo una teoria...
Parlando tra noi usiamo la parola “teoria” per indicare un’idea, un punto di vista riguardo qualcosa, una congettura, un’opinione: «Ho una mia teoria su questa faccenda»... Spesso la usiamo per specificare qualcosa di cervellotico, quasi inutile, che si contrappone alla pratica: «In teoria dovrebbe funzionare, ma in pratica...»
Quando si sente parlare di questioni scientifiche ostiche o contro-intuitive come la Teoria della Relatività o magari quando la teoria evoluzionistica di Darwin fa a pugni con le convinzioni religiose più radicate, qualcuno si sente autorizzato a dire che, in fondo “è solo una teoria”...
Quest’affermazione, riferita a una teoria scientifica, è una delle cose più stupide che si possano dire. Vediamo di capire perché.
Quest’affermazione, riferita a una teoria scientifica, è una delle cose più stupide che si possano dire. Vediamo di capire perché.
venerdì 25 dicembre 2015
In scala: il Sistema Solare
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giovedì 24 dicembre 2015
Logiche a confronto (2)
Bertrand Russel, nel 1952, scrisse un articolo che conteneva una metafora passata alla storia come “la Teiera di Russel”.
Ma per qualcuno la logica non funziona nella maniera convenzionale. In un articolo precedente avevo tradotto una vignetta che metteva queste logiche a confronto. Qui ho aggiunto una categoria: quelli che si offendono e si sentono discriminati se gli si chiede di provare quello che dicono, convinti che tutte le opinioni e le idee siano ugualmente rispettabili (cosa assolutamente falsa: se va rispettato il diritto di ciascuno di esprimere la propria opinione, nessuno mi convincerà mai a rispettare, per esempio, le opinioni di un razzista).
Vedi: Logiche a confronto
«Se io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, giacché la mia asserzione non può essere smentita, dubitarne sarebbe un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie. Se però l'esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un tempo antecedente. »È un discorso che si applica tanto alla religione quanto alle teorie newage, al paranormale, all'ufologia e alle pseudo-scienze in genere. Insomma, affermazioni straordinarie hanno bisogno di prove straordinarie, ed è assolutamente lecito e logico chiederle.
Ma per qualcuno la logica non funziona nella maniera convenzionale. In un articolo precedente avevo tradotto una vignetta che metteva queste logiche a confronto. Qui ho aggiunto una categoria: quelli che si offendono e si sentono discriminati se gli si chiede di provare quello che dicono, convinti che tutte le opinioni e le idee siano ugualmente rispettabili (cosa assolutamente falsa: se va rispettato il diritto di ciascuno di esprimere la propria opinione, nessuno mi convincerà mai a rispettare, per esempio, le opinioni di un razzista).
Vedi: Logiche a confronto
venerdì 6 novembre 2015
Le magie che mi piacciono
Forbici molecolari |
In breve, la storia è questa: c'è una bambina malata di leucemia linfoblastica acuta. Su Layla, così si chiama la bimba di un anno, ne' la chemio ne' altre terapie hanno funzionato e non ci sono più speranze. I genitori non si rassegnano all'inevitabile e chiedono ai medici del Great Ormond Street Hospital di Londra di provare qualsiasi cosa. Questi si rivolgono al gruppo di ricerca del dr. Qasim dell'University College di Londra che sta sviluppando una terapia genetica sperimentale...
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martedì 22 aprile 2014
Che fine hanno fatto gli elfi?
Gli americani ci fregano con la lingua |
Qualcosa di molto simile capita oggi quando si accenna a temi legati al paranormale. “Ho sentito un rumore, mi son girato e c'era uno gnomo” oggi suonerebbe ridicolo; “ho avvertito come una vibrazione e mi è apparsa un'entità di luce” invece è affascinante, al limite del verosimile: suona quasi credibile anche a me!
I fantasmi, gli elfi, gli gnomi, gli unicorni, i draghi che popolavano le leggende e le storie popolari dei secoli scorsi (e che ancora sopravvivono in alcune culture) oggi non vanno più di moda. Sanno di vecchio, di puerile e sono stati sostituiti dalle presenze, dalle manifestazioni di esseri che vivono magari in altre dimensioni o altri livelli di realtà, dalle entità di luce, dai varchi dimensionali, dalle vibrazioni, dalle auree di energia, dagli UFO, ecc.
“Cosa c'è di male?” verrebbe da dire. In fondo ogni epoca cerca di definire l'ignoto coi termini che le sono propri. C'è di male che, come nel racconto di Guccini, i fuffari ci fregano con la lingua; e c'è di peggio che non si limitano al paranormale ma penetrano con mezzi simili nella sfera personale, nei bisogni psicologici delle persone, nelle questioni riguardanti la loro salute. Il fine? Spesso quello più banale: i soldi.
martedì 3 settembre 2013
Solo quando avremo fallito
Galileo Galilei |
“…Non m'importa di mostrare di aver avuto ragione, ma di stabilire se l'ho avuta. E vi dico: lasciate ogni speranza, o voi che vi accingete a osservare! Forse sono vapori, forse sono macchie; ma prima di affermare che sono macchie, cerchiamo di accertare se per caso sono pesci fritti. Sì, rimetteremo tutto, tutto in dubbio. E non procederemo con gli stivali delle sette leghe, ma a passo di lumaca. E quello che troviamo oggi, domani lo cancelleremo dalla lavagna e non lo riscriveremo più, a meno che posdomani lo ritroviamo un'altra volta. Se qualche scoperta seconderà le nostre previsioni, la considereremo con speciale diffidenza. E dunque, prepariamoci ora ad osservare il sole con l'inflessibile determinazione di dimostrare che la terra è immobile! E solo quando avremo fallito, quando, battuti senza speranza, saremo ridotti a leccarci le ferite, allora con la morte nell'anima cominceremo a domandarci se per caso non avevamo ragione, se davvero è la terra che gira! Ma se tutte le altre ipotesi, all’infuori di questa, ci si dovessero squagliare fra le dita, allora nessuna pietà per coloro che, senza aver cercato, vorranno parlare…„
Bertolt Brecht, "Vita di Galileo"
Carl Sagan |
Carl Sagan
martedì 9 luglio 2013
L'analogia del gatto nero
L'analogia del gatto nero
Filosofia: è come trovarsi in una stanza buia e cercare un gatto nero.
Metafisica: è come trovarsi in una stanza buia e cercare un gatto nero che non è lì.
Religione: è come trovarsi in una stanza buia, cercare un gatto nero che non è lì e gridare: “l'ho trovato!”
Scienza: è come trovarsi in una stanza buia e cercare un gatto nero con una torcia tascabile.
Filosofia: è come trovarsi in una stanza buia e cercare un gatto nero.
Metafisica: è come trovarsi in una stanza buia e cercare un gatto nero che non è lì.
Religione: è come trovarsi in una stanza buia, cercare un gatto nero che non è lì e gridare: “l'ho trovato!”
Scienza: è come trovarsi in una stanza buia e cercare un gatto nero con una torcia tascabile.
(Trovato e tradotto dal web)
sabato 5 gennaio 2013
Teoria ed evidenza sperimentale
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lunedì 20 agosto 2012
Il senso delle cose
Richard P. Feynman (1918-1988), premio Nobel per la fisica nel 1965 |
Parte dall'apologia del dubbio, smonta il principio di autorità e rivendica il primato del metodo scientifico come l'unico strumento valido inventato finora dall'uomo per accumulare esperienza e orientarsi nel buio.
La scienza è certa solo di non aver certezze:
«Ciò che oggi chiamiamo “conoscenze scientifiche” è un corpo di affermazioni a diversi livelli di certezza. Alcune sono estremamente incerte, altre quasi sicure, nessuna certa del tutto. Noi scienziati ci siamo abituati, sappiamo che è possibile vivere senza sapere le risposte. Mi sento dire: “Come fai a vivere senza sapere?”. Non capisco cosa intendano. Io vivo sempre senza risposte. È facile. Quello che voglio sapere è come si arriva alla conoscenza.»
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giovedì 12 luglio 2012
Plutone batte un cinque
Lo Hubble Space Telescope non cessa di darci soddisfazioni. A un anno dalla scoperta della quarta luna di Plutone, ecco la quinta (articolo NASA).
Per il momentosi chiama P5. Come la sua sorella P4 non ha ancora un nome. Si tratta di un corpo molto piccolo, dai 10 ai 25 km di diametro, probabilmente composto quasi interamente di ghiaccio, che percorre, in poco più di venti giorni terrestri, un’orbita circolare a 42000 km dal pianeta.
Intorno al piccolo Plutone (ha un diametro di 2322 km contro i 3475 della nostra Luna) che orbita a cinque miliardi di km dal Sole (il raggio dell'orbita terrestre è circa 150 milioni di km) c'è un vero e proprio sistema planetario in miniatura. Si pensa che possa essersi generato da uno scontro cosmico con un altro piccolo pianeta, in un lontano passato. Quando la sonda New Horizons arriverà a Plutone nel luglio 2015 troverà un ambiente ben più complesso di quanto si pensasse al suo lancio, nel gennaio 2006. I ricercatori che seguono la missione avranno il loro bel daffare per pianificare tutte le attività di osservazione di un sistema così inaspettatamente complesso durante il velocissimo passaggio ravvicinato. Non ci saranno infatti altre opportunità, visto che la sonda non si fermerà (sarebbe stato troppo costoso portarsi il carburante per una frenata così potente) ma procederà sparata verso la cintura di Kuiper, dove gli scienziati sperano di fare nuove scoperte.
La sonda NASA si trova nel momento in cui scrivo a oltre 3 miliardi e mezzo di km dal Sole e viaggia a una velocità di oltre 15 km/s rispetto al nostro astro (Where is New Horizons?).
Plutone e il suo sistema di cinque lune |
Per il momentosi chiama P5. Come la sua sorella P4 non ha ancora un nome. Si tratta di un corpo molto piccolo, dai 10 ai 25 km di diametro, probabilmente composto quasi interamente di ghiaccio, che percorre, in poco più di venti giorni terrestri, un’orbita circolare a 42000 km dal pianeta.
Intorno al piccolo Plutone (ha un diametro di 2322 km contro i 3475 della nostra Luna) che orbita a cinque miliardi di km dal Sole (il raggio dell'orbita terrestre è circa 150 milioni di km) c'è un vero e proprio sistema planetario in miniatura. Si pensa che possa essersi generato da uno scontro cosmico con un altro piccolo pianeta, in un lontano passato. Quando la sonda New Horizons arriverà a Plutone nel luglio 2015 troverà un ambiente ben più complesso di quanto si pensasse al suo lancio, nel gennaio 2006. I ricercatori che seguono la missione avranno il loro bel daffare per pianificare tutte le attività di osservazione di un sistema così inaspettatamente complesso durante il velocissimo passaggio ravvicinato. Non ci saranno infatti altre opportunità, visto che la sonda non si fermerà (sarebbe stato troppo costoso portarsi il carburante per una frenata così potente) ma procederà sparata verso la cintura di Kuiper, dove gli scienziati sperano di fare nuove scoperte.
La sonda NASA si trova nel momento in cui scrivo a oltre 3 miliardi e mezzo di km dal Sole e viaggia a una velocità di oltre 15 km/s rispetto al nostro astro (Where is New Horizons?).
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giovedì 28 giugno 2012
mercoledì 6 giugno 2012
Zanzare nella pioggia
Zanzara nella pioggia |
Secondo un articolo di ricercatori del Georgia Institute of Technology e della Harvard University, pubblicato sul Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) ci sarebbe la risposta a un dubbio che da sempre attanaglia l'umanità: come fanno le zanzare a sopravvivere alla pioggia?
Togliamoci subito questo dubbio amletico: rischiano di essere schiacciate al suolo dalle gocce solo se volano troppo basse; altrimenti - grazie alla loro massa ridotta e alla loro struttura fisica elastica e resistente, sono in grado di resistere all'accelerazione provocata dalla goccia... Se vi interessano i particolari sono su un articolo nel blog di Le Scienze (qui).
Come suggerisce lo stesso articolo, una ricerca del genere potrebbe tranquillamente venir candidata al premio IgNobel per la fisica o quantomento al trofeo EtsiQuaatzi, se non fosse che l'esperimento in questione fa parte di una ricerca più vasta sui cosiddetti Micro Aerial Vehicle o MAV, micro-veicoli volanti da usare "per sistemi di di sorveglianza e operazioni di ricerca e salvataggio"...
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