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I falsi ricordi sono un problema di monitoraggio della fonte (source-monitoring), l'incapacità di ricordare dove e quando un'informazione sia stata acquisita: per esempio, pensiamo che un amico ci abbia raccontato una notizia mentre in effetti l'abbiamo sentita alla radio (o viceversa). «La memoria umana non è come un videoregistratore», dice Clancy. «È soggetta a distorsione e degrada col tempo. Ciò non significa che i "rapiti" siano psichiatricamente menomati. Non penso che debbano essere considerati strambi. Caso mai sono solo più soggetti a creare false memorie».
I soggetti il cui profilo di personalità indicava un alto livello di assorzione o di inclinazione alle fantasie erano i più soggetti ad avere scarsi risultati nel test del ricordo delle parole. Inoltre, dice McNally, tutti i "rapiti" nel gruppo delle memorie recuperate descrivevano quella che sembrava essere paralisi del sonno.
La Clancy e McNally hanno abbozzato le loro scoperte al Journal of Abnormal Psychology, riducendo il fenomeno dei "rapimenti" a una specie di equazione. La predisposizione a creare false memorie, combinata con disturbi come la paralisi nel sonno e un contesto culturale che considera possibili i rapimenti da parte degli alieni possono portare qualcuno a ricordare falsamente incontri di questo tipo. «Non si deve necessariamente credere a queste esperienze per creare false memorie», dice la Clancy. «Hai appena visto 'X-Files' e hai pensato 'che stronzata'; ma poi ti capita un episodio di paralisi nel sonno che ti fa andar fuori di testa e magari quelle immagini sono ancora lì nella tua mente».
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Ancora, se l'esperienza del "rapimento" è una male interpretato attacco di paralisi nel sonno, come mai i "rapiti" ne sono così emozionalmente coinvolti?
Una videocassetta di Peter Faust in lacrime durante una regressione ipnotica è così impressionante che Mack ha smesso di farla vedere; sconvolgeva persino i non "rapiti", facendo loro alzare «nuove difese». Il terrore nel viso di memorie potenzialmente false fu una delle ragioni per cui McNally sperava di esaminare i "rapiti". Fu almeno in parte questa faccenda che lo portò alla conferenza presso la Divinity School. «Volevo sapere se la gente dovesse essere realmente traumatizzata per determinare una reazione psicologica».
McNally raccolse le testimonianze di 10 soggetti con ricordi recuperati di rapimenti e mise costoro a confronto con i dettagli più spaventosi dei loro stessi racconti - da incontri violenti a sciami di alieni volanti intorno al loro letto. Sei su dieci registrarono un livello così alto di reazioni psicologiche, compresi batticuore e tensione dei muscoli facciali, da poter ricadere nei canoni del disturbo post-traumatico da stress (DPTS, ovvero Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD).
È interessante notare che i soggetti con DPTS reagiscono in modo fisiologico solo alle proprie esperienze traumatiche, mentre il gruppo dei "rapiti" aveva risposte accresciute anche ad altri scenari di stress, come la morte violenta della persona amata. Reagivano anche a scenari positivi, come vedere il proprio figlio appena nato per la prima volta. Questa reattività, combinata con alti livelli di assorzione, secondo McNally è collegata alla capacità di generare immagini molto vivide. In altre parole, i "rapiti" sono più portati a vivere uno scenario traumatico (o positivo) come se fosse reale, in parte a causa della loro fervida immaginazione. Reagiscono così ad esso come se lo vivessero. Ma «l'emozione non prova la veridicità dell'interpretazione», conclude McNally.
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È comprensibile che problemi di memoria, dimostrati con un risultato scarso in un test di laboratorio, siano una spiegazione che impallidisce rispetto al comunicare con esseri sconosciuti. E se i "rapiti" da una parte possono sentirsi aggrediti dagli alieni, dall'altra si sentono speciali (e talvolta diventano famosi, n.d.t.). L'idea di essere scelti tra milioni e milioni di persone da una civiltà aliena straordinariamente superiore alla nostra è senz'altro più gratificante e suggestivo che non quella di essere vittima di un disturbo del sonno. Per questo motivo «non cercano di demistificare la loro esperienza» dice McNally, la cui decostruzione della paralisi nel sonno per una donna incontrò un sorriso educato e un'esortazione a «pensare fuori dagli schemi». Quando McNally, alla conferenza di Mack, alla fine pronunciò le parole fatidiche "paralisi nel sonno" disse che «ci fu un silenzio imbarazzante, come se qualcuno avesse ruttato in chiesa».
«Non sono personalmente interessato a quello che ha scoperto Susan Clancy», ammette Bueche, per il quale il test della memoria è stato «50 dollari e cibo cinese gratis». «Non ho bisogno di evidenze o prove. La maggior parte di chi ha sperimentato queste cose è ben oltre tutto ciò. La questione è ciò che puoi imparare a prescindere dal fatto che sia fisicamente reale o interdimensionale o qualcosa di grandioso generato dalla mente».
Mack controbatte che nessuna combinazione di paralisi del sonno e serie televisiva di fantascienza può spiegare fenomeni come gli avvistamenti di alieni da parte di bambini in una scuola dello Zimbabwe che erano del tutto svegli. «Non ci si avvicina nemmeno», dice. Nel suo secondo libro "Passport to the Cosmos, chronicles abduction as a cross-cultural phenomenon", Mack trova evidenze di paralleli sessuali ed ecologici ai "rapimenti" americani in quasi ogni continente.
Mack sta al momento lavorando al suo terzo libro, che esamina lo scontro tra «il materialismo scientifico e un punto di vista non razionale». Sta sempre più prendendo le distanze dalla questione se gli alieni esistano o meno nel mondo fisico, concentrandosi di più su una "realtà consensuale" che ci preclude persino di accarezzare una simile possibilità. «Spogliamo il cosmo di altre intelligenze a meno che non possano essere provate», afferma Mack. Sul lavoro di McNally e della Clancy del dipartimento di psicologia, a un tiro di sasso, Mack dice che «viviamo in mondi diversi».
(di Kaja Perina, 1/3/2003, Psychology Today)
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P.S.
E ora, visto che di questi "rapiti" sarete stanchi, mettetevi nei panni dei rapitori! Potete giocare on-line a fare gli alieni cattivi qui !!! È necessario il plug-in Adobe Shockwave (si sa, gli alieni sono tecnologicamente avanzati). ;-)
P.S.
E ora, visto che di questi "rapiti" sarete stanchi, mettetevi nei panni dei rapitori! Potete giocare on-line a fare gli alieni cattivi qui !!! È necessario il plug-in Adobe Shockwave (si sa, gli alieni sono tecnologicamente avanzati). ;-)
- Symbol of remembrance triggers mass false memory (Mind Hacks)
- Alien abductions: the real deal? (Psychology Today)
- Source monitoring error (Wikipedia, inglese)
- Abducted: how people come to believe they were kidnapped by aliens (Susan Clancy, 2005)
- Abduction by Aliens or Sleep Paralysis? (Susan Blackmore, Skeptical Inquirer, 1998, 22, 23-28)
- Alien abduction (Susan Blackmore, New Scientist, 19/11/1994, 29-31)
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