Sul web si parlava tanto della "fine del mondo" nel 2012 già da un paio d'anni. Ora che è uscito l'omonimo kolossal cinematografico dagli effetti speciali straordinari (e dalla trama assolutamente inesistente) sull'apocalisse Maya, di questo fenomeno si è accorta anche la TV.
Al di la delle insulse stupidaggini che si dicono sul piano scientifico (allineamenti planetari o galattici, esplosioni solari, inversione dei poli magnetici, inversione dei poli geografici, arresto del moto di rotazione, fusione totale dei ghiacci in un lampo,
nibiru e chi più ne ha più ne metta) resta come base della discussione la (presunta) profezia dei Maya sulla fine del mondo. Ogni sito catastrofista fornisce la propria interpretazione, citando altri siti catastrofisti o
newage o maestri della fuffa come Gregg Braden, che parlò del presunto allineamento col centro della galassia, già
discusso in questo blog.
Ma cosa hanno lasciato scritto di preciso i Maya su questo argomento?
Della loro cultura ci è giunto pochissimo perché il solerte vescovo Diego De Landa fece bruciare tutti i documenti e gli scritti di questa civiltà. L'intento era di fare tabula rasa dei loro usi, storia, cultura e religione per poter evangelizzare lo Yucatan. Si sono salvate delle iscrizioni nei monumenti, delle stele e pochissimi scritti, detti codici, che portano il nome delle città o dei posti in cui sono conservati: Parigi, Madrid, Grolier, Praga e il più completo, quello di Dresda. Cito da Wikipedia:
Il codice contiene solo 74 pagine; tratta esclusivamente temi di ordine religioso e rituale, come il moto orbitale di Venere, il calcolo delle sue fasi, le previsioni delle eclissi solari e lunari, le cerimonie per il nuovo anno. [...] Altri capitoli sono dedicati a Chaak, il dio della pioggia [...]
Quella riportata poco sopra è l'ultima pagina del codice di Dresda e parla di un diluvio...