Detta così suona fantastica. Due sistemi/entità/cose/persone che interagiscono per un po' sono legate per sempre da un vincolo invisibile che agisce a qualunque distanza. L'ammóre, la telepatia, la preghiera, la precognizione, gli amuleti, la sincronicità, ecc. sarebbero tutti spiegati dall'equazione di Dirac e quindi dalla fisica quantistica... Non è bellissimo tutto ciò? È talmente bello che c'è addirittura chi l'equazione di Dirac se l'è tatuata addosso.
Mi sono spesso chiesto dove e quando sia nata questa stronzata...
Ma anche no... |
Beh, poco male, direte voi. Non si tratta dell'equazione di Dirac ma di una descrizione dell'entanglement: se quello è il significato, perché non estenderlo alla realtà di tutti i giorni?
Gli appassionati di newage e fuffa varia non amano troppo Twitter. È un social network che obbliga a una sintesi estrema mentre loro adorano troppo disseminare i loro discorsi di aggettivi e avverbi inutili (e possibilmente usati a sproposito) per potersi limitare a 140 caratteri. In particolare abbiamo visto quanto adorino “quantico” e “quantistico” ed è strano che non li abbiano usati proprio quando sarebbero stati davvero necessari, come in questo caso.
N.B. Prego i fisici di smettere di leggere perché anche quello che scriverò io sarà ipersemplificato, raffazzonato e inesatto. ;-)
Un sistema quantistico è - grosso modo - un insieme di particelle da studiare dal punto di vista della meccanica quantistica; e l'ambiente che circonda quel sistema (il resto dell'universo) è considerato solo nei suoi effetti sul sistema.
L'entanglement non riguarda dei “sistemi” in generale ma esclusivamente quelli quantistici, opportunamente preparati in laboratorio; e non correla qualunque tipo di relazione ma specificamente i valori di alcune grandezze quantistiche: spin, polarizzazione, fonone, ...
Cosa siano queste grandezze non ci interessa nel dettaglio. Ci basta sapere che ciascuna di esse ammette una sola coppia di valori e che le particelle possono assumerli in qualsiasi momento e in modo del tutto imprevedibile.
L'entanglement può instaurarsi tra due particelle generate da particolari processi naturali (tipo i decadimenti radioattivi) oppure essere realizzato in laboratorio con varie tecniche estremamente sofisticate i cui dettagli non ci interessano.
Supponiamo di mettere in entanglement lo spin di una coppia di elettroni A e B. Continueremo a non poterlo prevedere in un certo momento, ma quando misureremo lo spin di un elemento della coppia, automaticamente conosceremo anche l'altro. Se per A lo spin è “su”, per B sarà “giù” (e viceversa). Anche se i due elettroni venissero separati e portati a una qualunque distanza, misurando lo spin di uno conosceremo istantaneamente anche l'altro, quasi che le due particelle si scambiassero un segnale, un'informazione, che percorre qualunque distanza istantaneamente, a velocità superiore a quella della luce. È un fatto talmente paradossale che fece sclerare di brutto persino Einstein...
Bisogna però far molta attenzione a non far interagire i nostri elettroni con nessun'altra particella e lasciarli a temperature vicine allo zero assoluto.
L'entanglement sarà forse un tipo di “innamoramento” molto profondo e romantico ma ... purtroppo è anche estremamente volubile. Basta infatti che un elettrone incontri un bel fotone aitante e solitario che si dimenticherà irrimediabilmente della sua dolce metà.
Paul Dirac (1902-1984) e la sua equazione |
Insomma, prima di tatuarvi l'equazione di Dirac come segno di eterno amore, pensateci bene!
1. (iγμ ∂μ - m) ψ = 0
Ah, Ah! Condivido la conclusione.
RispondiEliminaComunque l'entanglement fa sclerare davvero...