domenica 26 giugno 2011

La prima immagine di Marte

Disegno di Marte di Percival Lowell confrontato
con una foto dello Hubble Space Telescope
Ecco la prova che la NASA tarocca le immagini da sempre... ;-)

Nel luglio del 1965 la sonda automatica Mariner 4, lanciata da Cape Canaveral otto mesi prima, passò a poco più di 9800 km dalla superficie di Marte e cominciò a spedire le prime immagini dirette del pianeta rosso. Prima di allora c'erano solo disegni di osservazioni telescopiche come quelle di Percival Lowell e Giovanni Schiapparelli.

Sul Mariner 4 era montata una videocamera televisiva che riprese il pianeta memorizzando le immagini su un registratore a nastro (un vero e proprio videoregistratore). Superato Marte la sonda cominciò a trasmettere le immagini e al Jet Propulsion Laboratory cominciarono ad arrivare i dati, una sfilza di 0 e 1. All'epoca l'informatica era ai suoi albori e l'elaborazione di quei dati da parte dei computer avrebbe richiesto diverse ore.

Ma i ricercatori non stavano più nella pelle dalla curiosità anche perché la missione precedente, il Mariner 3, era fallita proprio per un'avaria alla videocamera di bordo. Così si inventarono un modo per avere un'anteprima...

Nell'attesa dell'elaborazione, stamparono i dati di luminosità dei pixel sui rotoli di carta di una telescrivente (la resa è tipo quella dei registratori di cassa odierni). Il grado di luminosità di ciascun pixel era rappresentato da un gruppo di tre cifre decimali (valori bassi, tonalità chiare; valori alti, tonalità scure). Ritagliarono le strisce, le appiccicarono su un pannello separatore una di fianco all'altra e pensarono di colorarle usando dei gessetti di varie tonalità di grigio.
Le strisce stampate dalla telescrivente coi numeri colorati a mano
Richard "Dick" Grumm uscì per andarli a comprare nel più vicino negozio d'arte, dove però non avevano gessetti di quel tipo. Così acquistò dei pastelli colorati, e con quelli colorarono il loro collage.
I ricercatori del JPL all'opera coi pastelli colorati
Quando ebbero finito, segarono letteralmente il pannello e portarono al capo missione la prima immagine di Marte.
Prima "immagine" di Marte
L'immagine è schiacciata, visto che un singolo punto occupa lo spazio di tre cifre decimali (in altre parole, è tre volte più larga di quello che dovrebbe essere). Nella figura che segue il pastello dei ricercatori NASA è riportato alle giuste proporzioni e confrontato con l'elaborazione al computer degli stessi dati.
Il pastello dei ricercatori confrontato con l'immagine elaborata dal computer
Ai tempi di Photoshop, delle stampanti laser a colori che stampano 30 pagine al minuto, di computer ormai alla portata di tutti in grado di elaborare filmati complessi in pochi minuti, di giochi 3D con grafica iperrealistica, l'immagine dei tecnici del JPL che lavorano di pastelli e sega su striscioline di carta incollate su un pannello di legno fa sorridere; ma la dice anche lunga sulla passione genuina di chi lavora a questo genere di missioni. Chi accusa i ricercatori delle varie agenzie spaziali di complottare nell'oscurità e di nascondere chissà quale segreto dovrebbe magari riflettere un po' di più su cosa spinge queste persone a fare il proprio lavoro.

Tutti i dettagli e tante foto qui:

http://directedplay.com/first_tv_image_of_mars.html

4 commenti:

  1. Non ti caga proprio NESSUNO!!!

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  2. Dici? A me pare di no. Pensa che quando mancano i commenti intelligenti arrivano quelli stupidi dei rosiconi come te!

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  3. Non cagare? Sono quattro ore che sto leggendo questo blog, caro anonimo abbi rispetto per me che ci sto passando tutte la notte a leggerlo dopo averlo scoperto. Serena

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