Un bombardiere della II Guerra Mondiale lascia una scia di condensazione |
Un altro dei loro dogmi è che sarebbero un fenomeno recente, iniziato nel 1995, di cui non ci sarebbe traccia nel passato.
Un'anziana signora, le registrazioni meteorologiche, i rapporti della RAF e dell'USAF e il seguente articolo di New Scientist contraddicono entrambe queste affermazioni...
Come i bombardieri della II guerra mondiale cambiavano il tempo
I bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale fecero inavvertitamente delle sperimentazioni meteorologiche producendo grandi scie di condensazione nel sud-est dell'Inghilterra.
Uno studio su un'incursione del 1944 offre una rara opportunità di mettere alla prova i nostri modelli di come le scie di condensazione possano modificare le temperature.
Dopo aver ascoltato un programma radiofonico in cui un'anziana signora ricordava di aver visto i cieli in tempo di guerra «diventare bianchi dalle nuvole» dopo il passaggio delle flottiglie di bombardieri, Roger Timmis del Centro Ambientale di Lancaster, nel Regno Unito, si rese conto che quegli aerei potevano aver modificato il tempo meteorologico.
Le scie di condensa imbiancavano il cielo nelle aree di manovra dei bombardieri
È noto che le scie di condensazione degli aerei hanno diversi effetti sul clima. Da una parte agiscono come una cappa, intrappolando il calore che altrimenti si disperderebbe nello spazio. Dall'altra, durante il giorno riflettono via la luce solare, raffreddando il territorio sottostante più di quanto venga scaldato dall'altro effetto. Nella media, la maggioranza dei climatologi ritiene che esse riscaldino il pianeta.
Negli anni '40 del secolo scorso - a differenza di oggi - non c'era quasi traffico aereo civile, per cui le registrazioni storiche offrono un'opportunità di studiare gli effetti diurni di queste scie. «I piloti si preoccupavano molto delle scie di condensazione» dice Rob MacKenzie, ricercatore prima all'Università di Lancaster ed ora a quella di Birmingham. «Gli aerei venivano tracciati e abbattuti seguendo le scie di condensazione, ragion per cui i piloti ne facevano rapporto».
Usando le registrazioni operative della US Army Air Force (USAF) e della British Royal Air Force (RAF) e quelle meteorologiche, Timmis e MacKenzie si sono resi conto che avrebbero potuto confrontare le temperature immediatamente sotto alle rotte di volo con quelle diversi chilometri sopravento, dove non ci sarebbero state scie di condensazione.
Una limpida mattina di maggio...
Le condizioni erano ideali quando un particolare stormo di bombardieri decollò la mattina dell'11 maggio del 1944, con cieli limpidi e sufficiente umidità per la formazione delle scie di condensazione.
Timmis e MacKenzie videro che nelle zone dove gli aerei volavano in cerchio per mettersi in formazione era significativamente più nuvoloso e 0,8° C più freddo che nelle zone sopravento delle basi.
«È innovativo usare queste registrazioni storiche», afferma David Lee della Manchester Metropolitan University (UK). Sostiene che il raffreddamento documentato dovuto alle scie di condensazioni diurne è «del tutto coerente» con ciò che oggi si conosce.
Studi fatti sul campo sulle scie di condensazione sono rari, dice David Travis, dell'Università di Whitewater nel Wisconsin. La maggior parte di quello che abbiamo capito sui loro effetti deriva dallo studio dei modelli meteorologici. Travis sostiene che studi come quello di MacKenzie potrebbero aiutare a cambiare questa situazione. Aveva precedentemente notato come le temperature fossero più variabili quando gli aerei furono tenuti a terra in conseguenza degli attentati dell'11 Settembre, ma gli fu contestato che l'effetto delle scie di condensazioni non poteva essere distinto dalla naturale variabilità delle condizioni meteorologiche. Confrontando le temperature nello stesso giorno e a pochi chilometri di distanza, lo studio sulle incursioni dei bombardieri è stato in grado di aggirare questo problema.
Fonti:
- Second World War bombers changed the weather (New Scientist)
- World War II contrails: a case study of aviation-induced cloudiness, DOI: 10.1002/joc.2392 (International Journal of Climatology, l'articolo completo è scaricabile gratuitamente)
- World War II Bombing Raids Offer New Insight Into the Effects of Aviation On Climate (Science Daily)
Una nota sul New Scientist (non connessa direttamente all'articolo che citavi): da qualche anno a questa parte ho letto lamentele in alcuni blog e siti scientifici nei suoi riguardi, in concomitanza - credo - con un 'cambio di gestione' o di direzione della testata.
RispondiEliminaHo notato anch'io, in effetti, alcune differenze rispetto al passato, alcuni articoli che avrei proposto - se non altro - in modo differente.
Ne sai niente?
Un caro saluto
Non lo seguo con continuità per cui non sono in grado di risponderti. Però ho preso spunto dal tuo commento per andare a cercare altre recensioni della pubblicazione sul Journal of Climatology e le ho aggiunte tra le fonti. Thanks!
RispondiElimina:-)
@ Gabriele: Nel titolo del post e nella tua premessa fai riferimento alle scie chimiche, ma nel testo che segue non si parla di queste, bensì delle scie di condensazione. Come sai, gli "scialchimisti" sottolineano la netta differenza fra le scie di condensazione e le - altrimenti dette - scie anomale: è proprio su queste differenze che argomentano le loro ipotesi e strutturano le loro teorie.
RispondiEliminaConcorderai con me che sia osservabile una varietà di scie: alcune si formano e spariscono in breve tempo, altre restano più a lungo e si spargono velando il cielo, altre ancora non spariscono e si diffondono per molte ore. E' chiaro che tutto questo sia influenzato da una moltitudine di variabili: resta il fatto che essa (la varietà di scie) spesso si verifichi nella stessa giornata, se non pure negli stessi istanti e nelle stesse aree.
Alcune di queste variabili sono rilevabili e si trovano informazioni in internet: per esempio l'altezza di volo (un sito di riferimento può essere http://www.flightradar24.com/) o le rilevazioni climatiche.
Prima di porti una domanda, introduco un altro elemento: il movente. Circolano, fra gli "scialchimisti", diverse ipotesi - alcune le tralascio, altre mi sfuggiranno -: controllo climatico (spesso connesso con HAARP e, conseguentemente, arma meteorologica); avvelenamento della popolazione per eliminare gran parte dei diversi miliardi di individui che vivono sulla terra (in relazione al NWO); diminuzione della fertilità dei terreni per favorire la vendita delle sementi geneticamente modificate (movente - ovviamente - legato alla grande società americana di agrobiotecnologie).
Concludo con la domanda: ponendoti nei panni degli "scialchimisti" (perdonami per la "impegnativa" richiesta), quale dei moventi ritieni possa essere possibile?
@PinoDeajo
RispondiEliminaL'articolo è la traduzione di uno apparso su NewScientist. È ovvio che un meteorologo non parli di chemtrails ma di contrails.
In ogni caso nell'articolo si parla proprio delle scie di condensazione persistenti, quelle che velano il cielo fino a farlo diventare bianco e che sono indicate come "chimiche" dagli sciachimichisti.
Quanto ai moventi, eliminare diversi miliardi di persone distruggerebbe completamente l'economia mondiale. E' proprio perché ci sono tante persone che l'attuale regime economico può continuare.
La diminuzione di fertilità dei terreni: le società agrobiotecnologiche sono talmente ricche da potersi permettere un complotto internazionale di questa portata? Non mi pare.
Controllo climatico: gli Stati Uniti starebbero ordendo un complotto che si sta rivoltando principalmente contro di loro e i loro interessi?
Mi sembrano tre congetture per nulla provate e poco credibili.
@Gabriele: Ciò che dice l'articolo è sicuramente vero, perché è risaputo che l'individuazione delle scie fosse una tecnica per individuare i nemici. Senza una chiara indicazione dell'altezza di volo degli aerei non è possibile capire se una scia è una contrail o una scia anomala, pertanto, ai fini dell'argomentazione, il contenuto dell'articolo è inutile. Credo sia più interessante ragionare sulle motivazioni.
RispondiEliminaA) Eliminazione ed economia: parli di "regime economico" e - credo - ti riferisca al "sistema economico" (scusa la interpretazione arbitraria, ma escludo a priori il termine "regime" per evitare l'inclusione di assiomi "complottistici", quale quello del signoraggio bancario). Sul punto concordo con te: non ha molto senso l'eliminazione di unità produttive (o consumatori, o esseri umani...il termine potrebbe cambiare a seconda degli aspetti che si desidera considerare), a meno che non si voglia ottenere un equilibrio rispetto alle risorse reali (reali, non finanziarie). Considera che siamo circa 6 miliardi di individui, la distribuzione delle materie prime, il disequilibrio economico fra le aree geo-politiche, i regimi politici degli Stati in cui sono presenti le risorse (in gran parte proprio nel "sud" del mondo), etc: forse, supponendo l'esistenza di un controllo globale occulto [LOL] (NWO, nelle ipotesi degli scialchimisti), l'eliminazione di qualche miliardo di persone non sarebbe poi tanto male... (mi fa venire i brividi anche solo l'idea). Comunque, concordo con te ...
B) questo non lo condivido. Considerando l'irrorazione dei cieli un investimento a lungo termine, penso che converrebbe. Ripeto, a lungo termine. Questo pdf (purtroppo e tutto in inglese) potrebbe essere interessante (http://www.ifpri.org/sites/default/files/publications/bp014.pdf): esprime l'interesse dell'"International Food Policy Research Institute" per lo sviluppo di tecniche di ingegneria genetica che consentano una risposta ai problemi che maggiormente attanagliano i paesi in via di sviluppo: crescita della popolazione, il cambiamento climatico e la - conseguente - tensione sociale. Nota l'interesse verso l'alluminio ("A new generation of genetically engineered (GE) crop research (...) as tolerance to drought, water, and aluminum in soils as well as plants with more efficient nitrogen and phosphorus use.") uno degli elementi che - affermano gli scialchimisti - viene irrorato con le scie chimiche.
Quindi (tornando al punto) prendere qualche decina di aerei per spargere sostanze chimiche e - contemporaneamente - sviluppare una tecnologia in grado di resistere a quelle stesse sostanze ... alla lunga potrebbe rivelarsi un buon investimento.
(...)
C) controllo climatico (o arma meteorologica): fra le 3 prese in esame, questa ipotesi è quella dal maggior numero di sfaccettature, a mio parere. Il clima sta cambiando, c'è poco da dire: che sia nella normalità delle cose o che sia nella anormalità, è difficile dirlo. Le informazioni sul clima si contraddicono e si parla sia di global warming che di prossima mini era glaciale: le scie (sia normali che anomale) creano un filtro che blocca i raggi solari sia in un senso che nell'altro, al punto che (pare) non influenzino la temperatura globale. Quindi, mi sembra logico dedurre che le scie anomale avrebbero senso solo come arma meteorologica.
RispondiEliminaQuale vantaggio avrebbero gli Stati Uniti a scaricare l'arma su loro stessi? Bella domanda!
Eventi come gli uragani (che si ipotizza possano essere scatenati, guidati o "dissolti") da tecnologie come la HAARP) non sono straordinari: sono sempre esistiti. Katrina potrebbe essere stato semplicemente un fenomeno naturale, non generato dall'uomo. Dovremmo anche considerare che la postazione americana non è l'unica esistente e che altri Stati potrebbero "rispondere al fuoco".
...
Grazie per avermi risposto ... :)
Affatto. Nell'articolo non si parla solo delle scie usate per tracciare le pattuglie di bombardieri. Ai ricercatori è venuto in mente di fare questo tentativo proprio perché - a memoria dei testimoni oculari dell'epoca - quando i bombardieri si raccoglievano per mettersi in formazione, lasciavano scie persistenti che imbiancavano il cielo.
RispondiEliminaNella pubblicazione scientifica indicata negli approfondimenti è scritto chiaramente che "The aircraft of the USAAF generally entered formation above the location of their bases at altitudes above 16 000 ft (approximately 5 km), with subsequent cruise altitudes up to 30 000 ft (approximately 9 km). Both of these altitudes are well inside the cirrus-forming altitude range (4–20 km according to the World Meteorological Organization)"
Lo studio ha verificato un differenziale di temperatura tra le zone dove avveniva il "carosello" e quelle sopra vento.
Dunque si parla proprio delle scie anomale persistenti che gli sciachimichisti identificano come "chimiche".
Per quel che riguarda il punto B io parlavo d'altro. Un complotto che riguarda necessariamente tutte le compagnie di volo, personale di volo, meccanici, controllori di volo, ecc. costa una mostruosità. E più persone riguarda il complotto, più il complotto tende alla favola.
Non penso proprio che le compagnie agrobiotecnologiche abbiano fondi per ordire un complotto dal costo così spropositato. Oltretutto non c'è analisi chimica che sia una che supporti questa ipotesi.
Haarp a parte, concordo sul punto 3. E che la copertura che deriva dalle scie di condensazione persistenti influiscano almeno sul tempo meteorologico locale ormai pare assodato (lo prova anche l'articolo). E' altrettanto assodato che sia in atto un cambiamento climatico. Io sono convinto che dipenda almeno in parte dall'uomo (vedi Il decalogo della disinformazione sul riscaldamento globale).
RispondiEliminaD'altra parte - che l'uomo sia responsabile o meno del cambiamento climatico - è abbastanza ovvio che se riusciremo a ridurre il nostro consumo energetico e l'inquinamento faremo comunque un favore a noi e alle generazioni future. Dunque - secondo me - non c'è motivo per non agire in questo senso. Speriamo solo che la politica sappia prevalere sugli interessi delle compagnie petrolifere (queste sì davvero potenti e con mezzi finanziari enormi).
@Gabriele: sì, infatti. L'altezza (cruise altitudes) indicata nella tua citazione conferma che non si può determinare se si tratti di anomale o di condensazione, dato che è normale che le condizioni meteo necessarie per il fenomeno si verifichino a quelle altitudini. Si potrebbe affermare che erano scie anomale solo se avessero detto che erano al di sotto dei 7 km: in definitiva, erano le scie di condensa ad essere viste. Ne consegue che non si può affermare che si trattasse di scie chimiche.
RispondiEliminaRiguardo il coinvolgimento delle compagnie aeree, concordo con te. Credo sarebbe difficile da "controllare" e lo si sarebbe saputo in breve tempo. Io, infatti, non le ho considerate. Credo più possibile l'utilizzo di aerei cisterna rispetto agli aerei passeggeri.
Non credo molto all'idea che siano coinvolte le compagnie aeree, ma escludendole e ripensando all'idea di gestire una flottiglia di poche decine di aerei, i costi (nei termini di investimento a cui ho fatto riferimento prima) non sarebbero insostenibili.
Rispetto all'analisi chimica: non trovo (girando in internet) una analisi che rilevi la presenza di sostanze chimiche nelle scie degli aerei. Ne trovi diverse che rilevano la presenza di sostanze nei terreni e in queste analisi gli scialchimisti trovano conferme alle loro ipotesi.
E' chiaro che seguire un aereo per avere la certezza non è molto facile ... ma che fare con le analisi dei terreni? Le consideriamo tutte non correlate con le scie?
Le cause, certamente, potrebbero essere tante (per esempio la presenza di industrie, o di discariche, o semplicemente di inquinamento), ma non è escludibile la possibilità che siano piovute - letteralmente - dal cielo.
Grazie per le risposte e l'approfondimento.
Credo proprio che andrò a leggere "Il decalogo ..." ;)
La zona in cui si raccoglievano per mettersi in formazione era a 5 km.
RispondiEliminaLe sostanze sui terreni senso sono comunque cadute dal cielo. Però non vedo per quale motivo dovremmo considerare la composizione dei terreni al suolo correlata con le scie, mancando ogni evidenza che sia così. L'inquinamento atmosferico è (purtroppo!) di gran lunga sufficiente a giustificare la presenza di quelle sostanze. Lo stesso vale per gli inquinanti nelle precipitazioni. Anche l'analisi delle carote di ghiaccio dimostra che gli inquinanti vanno di pari passo con lo sviluppo nel tempo delle attività industriali.
Tra l'altro, se volessi spargere inquinanti ovunque, mi concentrerei sulle correnti a getto. Spruzzandoli in quella fascia avrei la certezza che andrebbero a finire ovunque.