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Globalizzazione, di Altan |
Sul
National Geographic di questo mese c'è un interessante specchietto sull'impatto umano sul pianeta, una bella provocazione cui non potevo non abboccare.
Ogni giorno TV, giornali e Web ci propongono tragedie spaventose di fronte alle quali ci sentiamo impotenti: disastri naturali, guerre, terrorismo, fame, carestie spingono tanti disperati a fuggire verso paesi con condizioni di vita migliori. È evidente che tantissime persone vivano sotto la cosiddetta
soglia di povertà e muoiano di fame o di malattie oggi curabili; ed è altrettanto concreta la possibilità che qualche evento nefasto possa precipitare anche noi occidentali privilegiati in quelle condizioni; e che questi privilegi siano messi in discussione.
D'altra parte è altrettanto vero che molte di quelle malattie cent'anni fa erano incurabili e se, come sembra, entro quest'anno la popolazione mondiale toccherà i 7 miliardi di individui, ciò significa che viviamo più a lungo, anche nei posti dove si muore di più, e che dunque le condizioni globali dell'umanità devono essere migliorate. I recenti avvenimenti nel Nord Africa sono stati possibili anche per il Web che ha permesso il coordinamento della ribellione e ha sbattuto in faccia a tutti la consapevolezza che molto di ciò che pensavamo di quella gente era sbagliato.
Con la globalizzazione paesi come l’India e la Cina, che da soli hanno un terzo della popolazione mondiale, pretendono per la propria gente un tenore di vita più alto e stanno erodendo fortemente il dominio economico dell'occidente ricco e opulento oggi in crisi.
Insomma, siamo ormai 7 miliardi ma abbiamo ancora un futuro?
L'impatto che tutto ciò ha sul pianeta è sotto gli occhi di tutti. Non passa giorno che qualcuno non ci dica che le risorse stanno per finire, che il petrolio è agli sgoccioli e servono altre fonti di energia, che il clima sta cambiando a causa dell'uomo, che il riscaldamento globale porterà migrazioni di massa senza precedenti e cambierà l'assetto socio economico mondiale.
Perché aumenta il nostro impatto sul pianeta? È colpa della sola crescita demografica, che in 111 anni ha portato la popolazione mondiale dagli 1,8 miliardi del 1900 ai 7 miliardi di quest’anno? Del benessere, che implica maggiori consumi di energia e altre risorse? Oppure della tecnologia, che offre sempre nuovi strumenti di sfruttamento delle risorse?