Fate un esperimento e cercate su google “equazione dell'amore”. Troverete dei riferimenti all'equazione di Dirac, uno dei capisaldi della meccanica quantistica, e la sua presunta spiegazione che riporto testualmente: «Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce».
Detta così suona fantastica. Due sistemi/entità/cose/persone che interagiscono per un po' sono legate per sempre da un vincolo invisibile che agisce a qualunque distanza. L'ammóre, la telepatia, la preghiera, la precognizione, gli amuleti, la sincronicità, ecc. sarebbero tutti spiegati dall'equazione di Dirac e quindi dalla fisica quantistica... Non è bellissimo tutto ciò? È talmente bello che c'è addirittura chi l'equazione di Dirac se l'è tatuata addosso.
Mi sono spesso chiesto dove e quando sia nata questa stronzata...
martedì 12 aprile 2016
giovedì 3 marzo 2016
Cialtronate quantiche, parte 1
Secondo il vocabolario on-line Treccani, il termine “mistificazione” è un sostantivo femminile che significa “Distorsione, per lo più deliberata, della verità e realtà dei fatti, che ha come effetto la diffusione di opinioni erronee […] al fine di trarre vantaggio dalla credulità altrui”.
Se qualcuno distorcesse deliberatamente le vostre idee e le vostre parole, usandole a sproposito per vendere qualcosa a un pubblico ignaro direste che è un mistificatore, un imbroglione.
È quello che avviene quotidianamente sui siti newage, che saccheggiano le idee e la terminologia scientifica, in particolare della meccanica quantistica, alterandone in significato, usandoli per suggerire inesistenti relazioni di causa-effetto, per sdoganare pensiero magico e wishful thinking, per dare una parvenza di scientificità a dottrine improbabili ma soprattutto per alimentare un enorme mercato di prodotti inutili venduti a caro prezzo (corsi, libri, integratori, oggettistica, talismani, amuleti, ecc.)
Se io vi proponessi di vendervi un ciondolino con incastonati dei vetrini colorati, dicendovi che potrebbe aiutarvi a migliorare il vostro benessere, aumentando la vostra energia perché armonizza le vibrazioni quantiche della vostra mente con la frequenza diRadiomaria risonanza terrestre di Shumann e con quella della radiazione cosmica di fondo voi cosa fareste? Direste che sono un ciarlatano e che è una truffa, chiaramente, ma di oggetti del genere ce ne sono in vendita a migliaia, e spesso a prezzi non proprio popolari. Provate a cercare “quantum pendant” su Google. Oppure pensate al braccialettino di gomma che tanti gonzi si sono comprati qualche anno fa.
Non sopporto i mistificatori e per questo motivo dedicherò qualche pezzo ai cialtroni quantici. Comincio con la seconda parte di un un articolo del fisico Lawrence Krauss, pubblicato sul numero di settembre 2010 sulla prestigiosa rivista “Scientific American” (ultimo di dodici da cui il titolo “un anno vissuto pericolosamente”)…
Se qualcuno distorcesse deliberatamente le vostre idee e le vostre parole, usandole a sproposito per vendere qualcosa a un pubblico ignaro direste che è un mistificatore, un imbroglione.
Ciondoli quantici: roba per chi se la merita? |
Se io vi proponessi di vendervi un ciondolino con incastonati dei vetrini colorati, dicendovi che potrebbe aiutarvi a migliorare il vostro benessere, aumentando la vostra energia perché armonizza le vibrazioni quantiche della vostra mente con la frequenza di
Non sopporto i mistificatori e per questo motivo dedicherò qualche pezzo ai cialtroni quantici. Comincio con la seconda parte di un un articolo del fisico Lawrence Krauss, pubblicato sul numero di settembre 2010 sulla prestigiosa rivista “Scientific American” (ultimo di dodici da cui il titolo “un anno vissuto pericolosamente”)…
lunedì 29 febbraio 2016
Sei fisici parlano della ciarlataneria quantistica
«Credo di poter dire con sicurezza che nessuno capisce la meccanica quantistica»: lo affermava Richard Feynman, premio Nobel per la fisica e padre dell'elettrodinamica quantistica (QED), una delle menti più brillanti del XX secolo; e quando scriveva nessuno intendeva proprio nessuno, lui compreso. Aggiungeva infatti che «chiunque afferma di capire la teoria dei quanti mente oppure è pazzo». Feynman ammetteva candidamente che la meccanica quantistica (MQ d'ora in poi) è del tutto incomprensibile: sappiamo come funziona ma non perché funziona. Abbiamo le sue formule che danno conto di tutti i fenomeni legati all'elettromagnetismo, della chimica, delle reazioni nucleari ma del perché le cose funzionino così non ne abbiamo idea.
Eppure al giorno d'oggi molti dicono di averla capita, la MQ. Ci sono decine e decine di libri newage che ne parlano, che spiegano come curarsi con essa, di come rigenerare le proprie energie, di come entrare in contatto con l'universo. Non c'è una sola formula, li hanno scritti dei non fisici, ma vi spiegano la MQ come se si trattasse della cosa più naturale del mondo. E dopo averli letti, siete convinti di averla capita. Che Feynman fosse stupido?Diciamola tutta: se un fuffaro oggi non cita la MQ non è credibile, non è nessuno. Non c'è praticamente nessun sedicente indagatore dell'occulto, cultore delle scienze “alternative” (ossia delle pseudo-scienze), ricercatore del paranormale (spesso lo scrivono in maiuscolo a sottintendere che loro sarebbero quelli veri, mica come quegli sfigati che che si fanno inutilmente il mazzo per anni e anni all'università), sensitivo che parla con le entità di dimensioni parallele - insomma gente che non accetta certo di venir messa a tacere da cose banali come i fatti o le spiegazioni degli esperti delle materie di cui starnazzano senza alcun titolo -; non c'è nessuno di costoro, dicevo, che non infarcisca i suoi discorsi infilandovi l'aggettivo quantico o quantistico, coniando espressioni tanto evocative quanto vuote tipo: coscienza quantica, olismo quantistico (quantismo olistico?), guarigione quantica, percezione quantistica, salto quantico, pensiero quantistico, aura quantica, (ri)equilibrio quantistico, mente quantica, cervello quantico, ecc.
Non solo, ma si usa la MQ per sostenere la credibilità di pratiche, credenze e discipline senza alcun fondamento scientifico come omeopatia, chakra, feng shui, cristalloterapia, fiori di Bach, pranoterapia, riflessologia, ecc. Avete qualcosa che implichi un'azione a distanza o una connessione che non potete provare in alcun modo? Basta dire le parole magiche “meccanica quantistica” (e magari “vibrazioni”) ed il gioco è fatto.
«Quant(ich)e cazzate…» potrebbe dire uno scettico scientista cicappino arrogante e dalla mente chiusa… Sentiamo allora cosa ne pensano alcuni dei più importanti fisici quantistici.
Quella che segue è la mia traduzione dell'articolo “6 fisici parlano della ciarlataneria quantistica” di Bo Gardiner, una blogger che ha avuto un percorso di vita davvero particolare: da fuffara convinta (che non se n'è fatta mancare una!) a umanista, femminista, ambientalista, scettica e divulgatrice scientifica.
Ecco dunque il mio adattamento del suo articolo…
lunedì 15 febbraio 2016
Invece che sprecare i soldi per le onde gravitazionali ...
L'antenna gravitazionale Virgo a Cascina (Pisa) |
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
(Divina Commedia, Inferno, XXXIV)
A questa domanda potrei rispondere in maniera pacata e gentile come ha fatto quarant'anni fa il direttore scientifico della NASA a una missionaria in Africa che gli chiedeva che senso avevano le missioni spaziali con tanti bambini nel mondo che muoiono di fame (leggi qui la risposta). Chi oggi fa queste affermazioni su Facebook, Twitter & c. non è però un missionario sinceramente preoccupato ma un cazzone qualsiasi, per cui mi sento autorizzato ad essere meno diplomatico e benevolo...
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venerdì 12 febbraio 2016
Confermate le onde gravitazionali: Einstein aveva ragione.
Albert Einstein, 1916 |
Finora abbiamo visto l'universo solo tramite le radiazioni elettromagnetiche: onde radio, microonde, infrarosso, luce visibile, ultravioletto, raggi X, raggi gamma. Ora possiamo vederlo letteralmente sotto una nuova luce (e, come vedremo, le informazioni che possiamo ricavarne sono tantissime).
Le onde gravitazionali, secondo la teoria di Einstein, sono prodotte dalle masse che accelerano. Così come una nave che si muove solleva onde che si propagano sulla superficie dell'acqua, ogni volta che una massa accelera produce delle increspature gravitazionali nello spazio-tempo (il che avviene in effetti sempre perché la gravità ha portata infinita e il suo effetto è appunto accelerare i corpi). Queste onde si muovono nel tessuto spaziotemporale stesso deformandolo al loro passaggio. Con lo spazio-tempo si deformano gli stessi oggetti attraversati dalle onde. Quando una attraversa il vostro corpo, questo subirà uno stiramento e poi una contrazione e ciò avviene di continuo. Come mai non ce ne accorciamo?
Perché la deformazione è piccolissima ed è questo il motivo per cui finora non erano state trovate le onde gravitazionali: mancava la tecnologia per poterle misurare. Basti pensare che che il livello di precisione richiesta per questa scoperta è stata dell'ordine di grandezza dello spessore di un capello rispetto alla distanza tra il Sole e la stella più vicina.
Dunque i corpi che accelerano, producono onde gravitazionali. Tanto più massicci sono i corpi e forti le accelerazioni quanto più ampie saranno queste onde.
Ecco cos'è stato scoperto a settembre dell'anno scorso...
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giovedì 4 febbraio 2016
Il Principio di Improbabilità
Un caprone |
Il caprone però è irremovibile: il caso non esiste e l'individuo in questione dev'essere necessariamente dotato di qualche “facoltà sconosciuta” (magari legata alla sua visione cazzara della meccanica quantistica), altrimenti avrebbe sbagliato sempre. Che si possa indovinare un numero tra 1 e 6 tirando a casaccio è per lui inconcepibile e in effetti non arriva nemmeno a capire che sbagliare sempre sarebbe tanto strano quanto indovinare sempre. Pare incredibile, ma individui del genere esistono veramente, e pretendono pure di essere esperti di fenomeni paranormali. Ma non è di questo caso umano (il caprone, intendo) che voglio parlare.
Anche dalle discussioni inutili a volte scaturisce qualcosa di utile. Facendo ricerche sull'argomento mi è caduto infatti l'occhio su un libro intitolato “Il caso non esiste” (su Amazon potete leggerne un estratto e poi magari acquistarlo, personalmente ve lo consiglio). L'autore, David Hand, è un affermato docente universitario di statistica, uno studioso di prim'ordine a livello mondiale. Possibile che abbia scritto una simile enormità?
In effetti no, non è possibile (vedi, sotto, la legge della leva di probabilità). L'enormità è tutta merito dell'editore che voleva evidentemente un titolo ad effetto, anche se del tutto insensato. Quello originale è infatti “The Improbability Principle”, un'idea che significa sostanzialmente il contrario del titolo italiano.
Il libro parla delle coincidenze più strane, degli eventi più straordinariamente improbabili e incredibili, delle ragioni per cui accadono e continuano accadere, a dispetto del fatto che - in quanto tali - non dovrebbero accadere.
Il «principio di improbabilità» consiste di cinque leggi: inevitabilità, numeri veramente grandi, selezione, leva di probabilità e prossimità sufficiente. Esse attengono a livelli diversi. Alcune fanno riferimento ad aspetti fondamentali del modo in cui è strutturato l’universo. Altre si fondano su proprietà intrinseche di ciò che intendiamo per probabilità. Altre ancora riguardano la psicologia umana. Nelle circostanze giuste, una qualsiasi di queste leggi è sufficiente a dare prova del principio di improbabilità, ma è quando tutte operano all’unisono che la sua forza diventa notevole. E l’improbabile, per quanto inconcepibile, accade.
Di alcune di queste si è già parlato nell'articolo “La psicologia delle coincidenze”. Vediamole a grandi linee. Ve le riporto tradotte direttamente dal sito dedicato al libro.
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lunedì 1 febbraio 2016
Psicologia delle coincidenze
Tradotto ed adattato da: The Psychology of Coincidence
di Keith Hillman (su Psychology24).
Una vecchia leggenda metropolitana racconta che un uomo stava andando al lavoro e si era dimenticato a casa la cravatta. La moglie trova la cravatta e prova ad avvertirlo al telefono dell'ufficio. Però sbaglia il numero e compone quello di un telefono pubblico appena fuori dall'ufficio. L'uomo senza cravatta, che passava lì davanti proprio in quel momento, sente squillare il telefono, incuriosito risponde e ... riceve il messaggio.
Coincidenze come questa possono spesso farci chiedere se non ci siano davvero forze più grandi in gioco. O perlomeno riescono a creare dei curiosi aneddoti da raccontare al bar. In effetti non c'è nulla di speciale nemmeno nelle più improbabili delle coincidenze ... a parte il far luce sulla nostra psicologia e sulla predisposizione del cervello umano ad essere ingannato.
In questo articolo cercheremo di capire perché le coincidenze non sono poi tanto strane e perché, nonostante questo, affascinino comunque i nostri cervelli...
di Keith Hillman (su Psychology24).
Una vecchia leggenda metropolitana racconta che un uomo stava andando al lavoro e si era dimenticato a casa la cravatta. La moglie trova la cravatta e prova ad avvertirlo al telefono dell'ufficio. Però sbaglia il numero e compone quello di un telefono pubblico appena fuori dall'ufficio. L'uomo senza cravatta, che passava lì davanti proprio in quel momento, sente squillare il telefono, incuriosito risponde e ... riceve il messaggio.
Coincidenze come questa possono spesso farci chiedere se non ci siano davvero forze più grandi in gioco. O perlomeno riescono a creare dei curiosi aneddoti da raccontare al bar. In effetti non c'è nulla di speciale nemmeno nelle più improbabili delle coincidenze ... a parte il far luce sulla nostra psicologia e sulla predisposizione del cervello umano ad essere ingannato.
In questo articolo cercheremo di capire perché le coincidenze non sono poi tanto strane e perché, nonostante questo, affascinino comunque i nostri cervelli...
sabato 30 gennaio 2016
Il Talismano
20/2/2015
Camminando, un oggetto in terra attira la mia attenzione. È una vecchia moneta da 100 lire di quelle grandi, mio padre ne ha tenute alcune per ricordo. «Come cavolo ci sarà finita qui?»
La raccolgo, la pulisco un po' e guardo la data di emissione: 1977. «È in giro da tanti anni... È il destino me l'ha fatta trovare e non può essere un caso», mi dico. «Ci son passate così tante persone in quel posto prima di me, ma l'ho trovata io. Era lì ... per me!»
È appena nato un talismano.
«Che poteri avrà?». «Beh, è una moneta. Una moneta si lancia e da’ un responso... “Testa” o “Minerva”?». «Se esce “Testa” mi andrà bene l'esame...» «No, troppo facile. Se esce tre volte testa mi andrà bene l'esame.» Testa, testa, minerva.
«Accidenti... Però no, aspetta. Così non poteva andar bene. Sono fuori casa, c'è casino, rischio di essere visto. E poi è ancora tutta sporca». Torno a casa, pulisco bene la moneta, vado in camera da letto e riprovo a lanciare: Testa, minerva, minerva.
«Cavolo... Un momento, sono qui in piedi... La posizione conta». Mi dispongo verso Nord. Riprovo: minerva, minerva, minerva.
«Uffa... Però ha dato una risposta... Ma che fesso che sono? Ci vuole il buio e una candela. Ecco...» Minerva, minerva, testa.
«Un attimo, era un lancio di prova. Questo è quello buono.» Minerva, Testa, Minerva.
«No, non sono abbastanza concentrato. Mentre lancio devo pensare a quello che voglio sapere e tenere gli occhi chiusi. E poi non ha girato abbastanza.» «Andrò... bene... all'esame?» Testa, testa, testa. «EVVAI!»
È appena nato un rito divinatorio.
20/2/2015.
L'esame va male... Guardo la moneta. «Ok, ma sono io che ho forzato la mano. Ho chiesto il responso troppe volte. E poi prima che uscisse tre volte testa era anche uscito tre volte minerva, mi aveva avvertito... Funziona!»
Nasce una dipendenza psicologica.
4/7/2015, ore 8:15
«Sta sera quando torniamo dalla spiaggia le chiedo di uscire. Moneta, andrà tutto bene?». Testa, testa, testa. «Evvai!».
4/7/2015, ore 19:45
«In spiaggia quello stronzo non le ha tolto le mani dal culo un momento... Che troia». «Vaffanculo, moneta di merda!». Swishhhh... TING... Ting... ting... ... Minerva.
Fine di una dipendenza
5/7/2015.
Oggi scendendo dall'auto vedo un oggetto a terra che attira la mia attenzione. È una vecchia moneta da 100 lire di quelle grandi... «Come cavolo ci sarà finita qui?»
Camminando, un oggetto in terra attira la mia attenzione. È una vecchia moneta da 100 lire di quelle grandi, mio padre ne ha tenute alcune per ricordo. «Come cavolo ci sarà finita qui?»
La raccolgo, la pulisco un po' e guardo la data di emissione: 1977. «È in giro da tanti anni... È il destino me l'ha fatta trovare e non può essere un caso», mi dico. «Ci son passate così tante persone in quel posto prima di me, ma l'ho trovata io. Era lì ... per me!»
È appena nato un talismano.
«Che poteri avrà?». «Beh, è una moneta. Una moneta si lancia e da’ un responso... “Testa” o “Minerva”?». «Se esce “Testa” mi andrà bene l'esame...» «No, troppo facile. Se esce tre volte testa mi andrà bene l'esame.» Testa, testa, minerva.
«Accidenti... Però no, aspetta. Così non poteva andar bene. Sono fuori casa, c'è casino, rischio di essere visto. E poi è ancora tutta sporca». Torno a casa, pulisco bene la moneta, vado in camera da letto e riprovo a lanciare: Testa, minerva, minerva.
«Cavolo... Un momento, sono qui in piedi... La posizione conta». Mi dispongo verso Nord. Riprovo: minerva, minerva, minerva.
«Uffa... Però ha dato una risposta... Ma che fesso che sono? Ci vuole il buio e una candela. Ecco...» Minerva, minerva, testa.
«Un attimo, era un lancio di prova. Questo è quello buono.» Minerva, Testa, Minerva.
«No, non sono abbastanza concentrato. Mentre lancio devo pensare a quello che voglio sapere e tenere gli occhi chiusi. E poi non ha girato abbastanza.» «Andrò... bene... all'esame?» Testa, testa, testa. «EVVAI!»
È appena nato un rito divinatorio.
20/2/2015.
L'esame va male... Guardo la moneta. «Ok, ma sono io che ho forzato la mano. Ho chiesto il responso troppe volte. E poi prima che uscisse tre volte testa era anche uscito tre volte minerva, mi aveva avvertito... Funziona!»
Nasce una dipendenza psicologica.
4/7/2015, ore 8:15
«Sta sera quando torniamo dalla spiaggia le chiedo di uscire. Moneta, andrà tutto bene?». Testa, testa, testa. «Evvai!».
4/7/2015, ore 19:45
«In spiaggia quello stronzo non le ha tolto le mani dal culo un momento... Che troia». «Vaffanculo, moneta di merda!». Swishhhh... TING... Ting... ting... ... Minerva.
Fine di una dipendenza
5/7/2015.
Oggi scendendo dall'auto vedo un oggetto a terra che attira la mia attenzione. È una vecchia moneta da 100 lire di quelle grandi... «Come cavolo ci sarà finita qui?»
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