Il virus del vaiolo al microscopio elettronico |
Il vaiolo è stato per tutta la storia dell'umanità una delle principali cause di morte fino a quando il medico-scienziato Edward Jenner, nel 1798, non inventò il “vaccino”...
Le lesioni del vaiolo dei bovini in genere sono limitate alle mammelle |
Si rese contro che chi mungeva le mucche infette non solo non subiva danni gravi (al massimo poche lesioni limitate alle mani) ma diventava in qualche modo “invulnerabile” al vaiolo umano. La sua idea era che l'esposizione al vaiolo vaccino proteggesse da quello umano.
Per mettere alla prova la sua ipotesi inoculò il vaccino - del liquido estratto dalle pustole sulla mano di una mungitrice - a un ragazzino. Gli effetti furono limitati a gonfiore, una piccola lesione nella zona dell'iniezione e qualche malessere passeggero. Dopo qualche mese Jenner fece una cosa veramente terribile: iniettò il vaiolo umano al ragazzo... che però, per sua e nostra fortuna, non si ammalò. Non si ammalò nemmeno le venti volte successive che il medico, non pago, gli iniettò altre dosi di virus. Doveva proprio volergli un gran bene ;-)
Fatto sta che Jenner aveva ragione e James Phipps, così si chiamava il ragazzo, fu ricordato come il primo vaccinato ufficiale della storia. Visse 65 anni, una vita lunga per l'epoca, e morì nella tenuta che Jenner gli regalò per essersi sottoposto all'esperimento.
L'ultimo malato di vaiolo è stato invece il somalo Ali Maow Maalin nel 1977. Grazie al vaccino, a chi si è vaccinato e a chi ha fatto vaccinare i propri figli, una malattia spaventosa e terribile come il vaiolo non esiste più e possiamo parlarne al passato.
James Phipps non fu però il primo a essere reso artificialmente immune alla malattia.
Da sempre si sapeva che chi era sopravvissuto alla malattia non la contraeva più. Era anche noto che il vaiolo umano si presentava in due forme: variola minor e variola maior. La prima forma era molto più leggera, con esiti quasi mai mortali, e non lasciava le terribili cicatrici del variola maior. Chi si ammalava di variola minor risultava poi immune al variola maior.
In molte parti del mondo e in varie epoche ci si rese conto che contagiando le persone col variola minor - mettendole in contatto coi malati della forma leggera, per esempio, oppure strisciando le croste dei contagiati sulla pelle graffiata, o in altri modi - le si poteva rendere immuni al variola maior.
Questa pratica, detta vaiolizzazione, non era comunque esente da rischi: chi veniva infettato poteva ammalarsi infatti della forma grave. In questo modo però la mortalità si riduceva di oltre dieci volte; tantissimo se si considera che in Europa il vaiolo era una delle prime cause di morte.
Anche allora, naturalmente, c'era chi era contro questa pratica. Non era prevista dalla Bibbia ed era immorale perché interferiva con la volontà di Dio. Inoltre, come abbiamo visto, poteva essere pericolosa.
La pratica della vaiolizzazione cadde in disuso con l'introduzione del vaccino di Jenner (anche se mia mamma mi raccontava che quand'era piccola lei era ancora normale mettere i bambini a contatto con quelli ammalati di morbillo o varicella perché non contraessero la malattia da grandi). Non fu lo stesso per la contrarietà alle varie forme di immunizzazione.
Il vaccino, reso ben presto obbligatorio per i bambini, trovò subito degli oppositori: chi lo considerava una pratica anti-cristiana, chi una cosa abominevole perché proveniva dalle bestie, chi dubitava dell'efficacia, che lo riteneva pericoloso, chi invocava la libertà personale, chi il diritto di disporre del proprio corpo e di quello dei propri figli. Sono in buona parte le stesse cose che si sentono dire oggi.
Col vaccino nasceva l'anti-vaccinismo, una malattia pericolosa (fosse stato per loro il vaiolo continuerebbe a mietere vittime e a devastare vite), resa oggi più contagiosa dall'avvento di Internet e contro la quale purtroppo non esiste... vaccino.
Ottimo sunto.
RispondiEliminaSe posso, quoto sul mio blog.
Certamente!
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