venerdì 18 marzo 2011

Che impatto hanno 7 miliardi di persone sul pianeta?

Globalizzazione, di Altan
Sul National Geographic di questo mese c'è un interessante specchietto sull'impatto umano sul pianeta, una bella provocazione cui non potevo non abboccare.

Ogni giorno TV, giornali e Web ci propongono tragedie spaventose di fronte alle quali ci sentiamo impotenti: disastri naturali, guerre, terrorismo, fame, carestie spingono tanti disperati a fuggire verso paesi con condizioni di vita migliori. È evidente che tantissime persone vivano sotto la cosiddetta soglia di povertà e muoiano di fame o di malattie oggi curabili; ed è altrettanto concreta la possibilità che qualche evento nefasto possa precipitare anche noi occidentali privilegiati in quelle condizioni; e che questi privilegi siano messi in discussione.

D'altra parte è altrettanto vero che molte di quelle malattie cent'anni fa erano incurabili e se, come sembra, entro quest'anno la popolazione mondiale toccherà i 7 miliardi di individui, ciò significa che viviamo più a lungo, anche nei posti dove si muore di più, e che dunque le condizioni globali dell'umanità devono essere migliorate. I recenti avvenimenti nel Nord Africa sono stati possibili anche per il Web che ha permesso il coordinamento della ribellione e ha sbattuto in faccia a tutti la consapevolezza che molto di ciò che pensavamo di quella gente era sbagliato.

Con la globalizzazione paesi come l’India e la Cina, che da soli hanno un terzo della popolazione mondiale, pretendono per la propria gente un tenore di vita più alto e stanno erodendo fortemente il dominio economico dell'occidente ricco e opulento oggi in crisi.

Insomma, siamo ormai 7 miliardi ma abbiamo ancora un futuro?

L'impatto che tutto ciò ha sul pianeta è sotto gli occhi di tutti. Non passa giorno che qualcuno non ci dica che le risorse stanno per finire, che il petrolio è agli sgoccioli e servono altre fonti di energia, che il clima sta cambiando a causa dell'uomo, che il riscaldamento globale porterà migrazioni di massa senza precedenti e cambierà l'assetto socio economico mondiale.

Perché aumenta il nostro impatto sul pianeta? È colpa della sola crescita demografica, che in 111 anni ha portato la popolazione mondiale dagli 1,8 miliardi del 1900 ai 7 miliardi di quest’anno? Del benessere, che implica maggiori consumi di energia e altre risorse? Oppure della tecnologia, che offre sempre nuovi strumenti di sfruttamento delle risorse?


La formula IPAT tenta di rispondere all’interrogativo o almeno di dare una visione più ad ampio raggio della questione, considerando i tre fattori insieme.
P x A x T = larghezza per altezza x lunghezza di tre scatole che rappresentano
l'impatto umano sul pianeta nel 1900, nel 1950 e nel 2011
L’impatto umano I sul pianeta , in aumento della Rivoluzione industriale in poi, è cresciuto in maniera esponenziale dopo la II Guerra Mondiale: una fase detta “grande accelerazione”.

Dal 1900 a oggi il prodotto interno lordo (PIL) mondiale - un’unità di misura dell’agiatezza A - e le domande di brevetto - un’unità di misura della tecnologia T - sono aumentati più rapidamente della popolazione P.

L'uomo ha avuto tre grandi illusioni/delusioni. La prima è il precetto biblico "andate e moltiplicatevi", comune alle tre religioni adamitiche e ad altre. La seconda è il positivismo tecnologico, che ci aveva quasi convinto che la tecnologia da sola sarebbe bastata a migliorare le condizioni umane. La terza è stata quella più recente: che capitalismo e mercato avrebbero potuto continuare a creare ricchezza indefinitamente.

Queste tre illusioni si sono scontrate col fatto che il pianeta ha risorse limitate. Non possiamo crescere molto di più come popolazione; per produrre PIL bisogna consumare risorse che non sono affatto inesauribili e cominciano a scarseggiare; la tecnologia all'esclusivo servizio della produzione di ricchezza porta anche a conseguenze devastanti (riscaldamento globale, inquinamento, disastri ambientali, ecc.).

Pare banale dirlo, ma gli unici fattori che possono spezzare l'equazione sono la responsabilità e la consapevolezza. La crescita demografica, le modalità dello sviluppo e le finalità della ricerca tecnologica possono essere guidati? Dobbiamo sperare di sì e abituarci all'idea che, se l'umanità vuole avere un futuro, dovrà ripensarlo profondamente.

7 commenti:

  1. Il controllo delle nascite è fondamentale, specialmente in quei paesi ad alta densità di popolazione, la Cina in questo senso è sicuramente d'esempio... ma siamo solo all'inizio! In passato si facevano tanti figli per garartire la sopravvivenza della specie (mia nonna ne ha sfornati 9) e ne sono campati 6... ora camperebbero tutti e nove!!

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  2. Penso che sia altrettanto fondamentale controllare la direzione dell'economia e della ricerca tecnologica: bisognerebbe riuscire a consumare meno e meglio. La tecnologia dovrebbe essere fortemente spinta su questioni come risparmio energetico, riciclo e recupero.

    In certi casi è solo una questione di volontà politica. Per esempio una piccola cosa immediatamente fattibile e a costo zero, ma di grande impatto, è una pesante tassa pesante sugli imballaggi. Più sono voluminosi e pesanti in rapporto al contenuto, più la tassa è alta. Se usano materiali riciclati costano meno.

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  3. Perfettamente d'accordo! E dovrebbe esserci anche una educazione alimentare diversa, basata meno sul consumo di carne ad esempio e più su verdure, legumi e cereali, ormai siamo diventati come la marabunta! mangiamo qualsiasi cosa si muove! di questo passo creeremo un deserto! Ma ne siamo ancora molto lontani caro Gabriele, qui a terronia non si fa ancora la raccolta differenziata!!! Non sai quante persone si lamentano per l'obbligo dei sacchetti ecologici!! Ti confesso che il mio ottimismo vacilla!! Di molto assai tanto!!

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  4. http://daily.wired.it/news/ambiente/rinnovabili-soluzione-nucleare.html

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  5. Come si fa a non essere d'accordo????
    Mi raccomando non ditelo al Papa.....per la chiesa non si devono usare contraccettivi! Meglio che i nascituri muoiano di fame dopo essere stati concepiti....mah.....
    Per quanto mi riguarda cerco di dare una mano:
    vegetariana, niente figli e...attentissima ai consumi, specie per l'acqua!!!!

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  6. Ti seguo e apprezzo già da alcuni mesi, e questo post aumenta ulteriormente la stima che ho per te: la descrizione in poche righe delle tre grandi illusioni/delusioni è perfetta.
    Spesso purtroppo chi ha blog come il tuo rischia di cadere - come minimo - nella trappola del 'positivismo tecnologico', la seconda delle illusioni che hai citato.

    Sono indiscreto se ti chiedo che studi hai fatto? O anche semplicemente la tua area di interessi.

    Grazie e un caro saluto

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  7. Esagerato! Grazie, mi metti in imbarazzo.

    Sono un informatico stanco ma non pentito, ovviamente linuxaro, da sempre appassionato di astronomia in particolare e di scienza in generale. Avessi avuto la possibilità dopo lo scientifico avrei scelto astrofisica e non informatica all'università.

    Come riferimenti culturali posso dirti che sono cresciuto con gli ultimi anni della TV dei ragazzi, SHADO allarme UFO, i documentari di Folco Quilici e Jacques Cousteau, i primi di Quark, i fumetti in TV, i cantautori e il rock anni '70 (Pink Floyd e De Andrè prima di tutto), Marquez, Amado, Benni, Pennac, Asimov, Herbert, Heinlein e tanti altri; e poi coi comici delle trasmissioni della Dandini (la TV delle ragazze, avanzi, pippo kennedy, ottavo nano, su la testa, holliwood party coi Broncowiz), con Andrea Pazienza, con Totem, Metal Hurlant e Pilot, ecc.; e poi il cinema ovviamente (Kubrik, John Landis, Ridley Scott, Sergio Leone e tantissimi altri).

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