Charles Xavier degli X-Men |
Tuttavia esistono persone incapaci di muoversi e di parlare perché paralizzate in modo gravissimo a seguito di gravi incidenti o di terribili malattie come la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) che trarrebbero grandissimi vantaggi dalla telepatia.
Sul sito di "Le Scienze", versione italiana di Scientific American, c'è una notizia per me assolutamente affascinante. In breve, un gruppo di ricercatori dell'Università dello Utah, diretti da Bradley Greger ha pubblicato un articolo sul Journal of Neural Engineering dove viene illustrata una tecnica per decodificare le parole pensate dai pazienti leggendo i potenziali elettrici della superficie corticale del cervello...
Cito l'abstract dell'articolo:
Condizioni patologiche come la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) o danni al sistema nervoso possono sprofondare i pazienti, gravemente paralizzati ma completamente coscienti, in una condizione chiamata sindrome del chiuso dentro. La comunicazione in questi casi è spesso ridotta a selezionare lettere o parole una alla volta utilizzando con fatica i movimenti residuali. Una comunicazione più intuitiva e veloce potrebbe essere ripristinata interfacciandosi direttamente alle aree del linguaggio della corteccia cerebrale.Il prototipo capta i segnali cerebrali attraverso due griglie di 16 micro-elettrodi impiantati al di sotto della scatola cranica senza penetrare nella corteccia su due zone del cervello note per essere dei centri del linguaggio ed è stata sperimentata su un paziente affetto da una grave forma di epilessia.
Abbiamo utilizzato una griglia di micro elettrodi ravvicinati e non penetranti per registrare i potenziali elettrici locali (local field potentials o LFP) direttamente sulla corteccia motoria facciale e l'area di Wernicke. Da questi LFP siamo riusciti a classificare con successo un piccolo insieme di parole a livelli molto superiori alla pura casualità.
Il paziente ripeteva più volte una di dieci parole e i ricercatori registravano i dati provenienti dalle griglie, elaborandoli al computer in modo da riconoscere schemi di attivazione neuronale corrispondenti a ciascuna parola.
Le parole selezionate per l'esperimento sono state quelle che potrebbero essere più utili a un paziente completamente paralizzato: sì, no, più, meno, fame, sete, freddo, caldo, ciao e arrivederci.
L'esperimento ha evidenziato che la parte più sollecitata quando i pazienti pronunciavano le parole era la corteccia motoria facciale, coinvolta nel controllo dei muscoli facciali per la produzione dei suoni, mentre l'area di Wernike si attivava maggiormente quando i pazienti venivano ringraziati dai ricercatori, ad indicare un coinvolgimento di questa parte di cervello nella comprensione ad alto livello del linguaggio.
I ricercatori hanno osservato che gli schemi di attivazione interessavano in modo variabile differenti colonne di neuroni sottostanti gli elettrodi.
L'identificazione delle parole non è ancora perfetta, anche se ampiamente superiore alla pura casualità (ossia riconoscere una parola su 10 con una precisione molto superiore al 10%, la percentuale che si otterrebbe tirando a indovinare), e i ricercatori pensano di utilizzare per il prossimo passo delle griglie con più elementi (121 per griglia) che possono fornire un'enorme mole di dati dai quali dovrebbe essere possibile ottenere non solo una maggiore precisione ma anche il riconoscimento di più parole.
Rimando all'articolo su Le Scienze e alla pubblicazione sul Journal of Neural Engineering per tutti i dettagli.
Per ironia del destino, mentre la parapsicologia ancora non è stata capace di dimostrare in maniera scientificamente accettabile che qualcuno sia in grado di leggere la mente, la tanto vituperata "scienza ufficiale" comincia a farlo veramente!
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