Superstizione, scaramanzia e magia sono un fenomeno sociale molto diffuso e spiegabile solo in parte con l'ignoranza o la paura.Si tratta in effetti di una vera e propria predisposizione degli esseri umani al pensiero magico, un meccanismo mentale tipico dell'infanzia che, in forma ridotta, continua ad accompagnare l'individuo anche nell'età adulta.
Il pensiero magico è, secondo un paio di definizioni di Wikipedia, "un tipo di elaborazione cognitiva in cui manca una relazione causale tra soggetto e oggetto" ovvero una forma di "ragionamento causale che cerca correlazioni tra atti od espressioni e certi eventi".
I bambini parlano coi loro pupazzi, li fanno vivere, attribuiscono a un giocattolo o a un oggetto il potere di proteggerli, per esempio, dal buio o comunque dalle situazioni di stress che non riescono a controllare in altro modo. Si pensi alla ormai proverbiale coperta di Linus o a Calvin e alla sua tigre di pezza Hobbes che egli fa diventare reale con la sua fantasia. Per il bambino il pensiero magico è importante tanto per questa funzione protettiva quanto per quella cognitiva: riempie i vuoti delle altre forme di pensiero e fornisce "spiegazioni" di situazioni che un bimbo non sa ancora affrontare con la logica e con l'esperienza.Ma il pensiero magico è un meccanismo presente anche negli adulti. Se fumate vi sarà sicuramente capitato di accendere la sigaretta e un istante dopo vedere arrivare l'autobus o il treno che stavate aspettando (e doverla così spegnere); o di lavare la macchina per vederla sporcata dalla pioggia poco dopo. A livello razionale sappiamo che tra sigaretta e autobus e tra lavaggio e pioggia non ci possono essere relazioni causali, ma anche i più razionali in casi come questi si ritrovano ad imprecare contro il destino cinico e baro...
In molti casi il valore dell'oggetto proviene da chi l'ha posseduto o usato o toccato: un esempio di contagio magico.
Così come i pensieri e gli oggetti, anche i nomi hanno potere. La capacità del linguaggio di scovare associazioni agisce su di noi come un incantesimo. Piaget diceva che i bambini spesso confondono gli oggetti coi loro nomi, un fenomeno che ha etichettato come "realismo nominale". Rozin e colleghi hanno dimostrato il realismo nominale negli adulti. 
Non dovreste desiderare nemmeno di stare all'estremità scettica dello spettro. «Essere totalmente non-magici è davvero poco salutare», dice Peter Brugger, primario di neuropsicologia alla Clinica Universitaria di Zurigo». Ha dei dati che collegano fortemente la mancanza di ideazione magica con l'anedonia, l'incapacità di provare piacere. «Gli studenti non-magici tipicamente non si divertono andando alle feste e così via».
«Ratzinger vorrebbe limitare la ricerca scientifica... Ma sì, affidiamoci al pensiero magico! Perché non torniamo all'analisi delle interiora di pollo per divinare il futuro, già che ci siamo?