Rappresentazione artistica del Sistema Solare |
La realtà è che il Sistema Solare è già troppo complesso così com'è per ammettere visitatori periodici in grado di scombussolarlo ulteriormente.
Gli astrofisici mettono continuamente a prova i loro modelli teorici con simulazioni computerizate per capire quanto precisamente rappresentino la realtà. Ebbene, secondo i modelli più accreditati, l'attuale configurazione del sistema solare sarebbe un rompicapo...
Per i pianeti rocciosi interni - Mercurio, Venere, Terra e Marte - ci sono pochi problemi, ma giustificare la presenza degli attuali quattro pianeti giganti - Giove, Saturno, Urano e Nettuno - nelle loro posizioni attuali è complesso. Non potrebbero essere nati dove sono, perché a quella distanza il disco di gas e polveri che ha dato origine al sistema solare sarebbe stato troppo sottile e rarefatto. Sarebbero dunque migrati nelle attuali posizioni da orbite più strette e ravvicinate, ma in quel caso le loro influenze gravitazionali reciproche sarebbero state disastrose: nel 90% delle simulazioni che partono con questi quattro giganti in orbite ravvicinate, uno di essi viene sparato via nei primi miliardi di anni di vita del sistema solare.
Un'idea per risolvere il mistero è venuta a David Nesvorny del Southwest Research Institute a Boulder in Colorado.
Rappresentazione artistica di un disco protoplanetario |
«Partendo con cinque pianeti gassosi continua perdersi di un pianeta» dice Nesvorny «ma in una grande percentuale delle simulazioni si arriva a una configurazione del sistema solare molto simile a quella reale».
Le simulazioni di Nesvorny partono dal momento in cui il disco protoplanetario si è dissipato (poco dopo l'accensione del Sole il cui vento spazza via i residui di quella sorta di liquido amniotico) e coprono un centinaio di milioni di anni, un tempo sufficiente perché le orbite planetarie raggiungano una configurazione stabile. Partendo con quattro pianeti esterni, su 6000 simulazioni nel 90% dei casi dopo 100 milioni di anni ne rimangono solo tre. Uno viene lanciato all'esterno del sistema solare. Partendo con cinque, nella metà dei casi ne rimangono quattro e la configurazione finale è molto simile a quella attuale.
I risultati migliori si hanno col quinto pianeta situato tra Saturno e Urano. Questo ipotetico fratello sfortunato (che alcuni colleghi di Nesvorny hanno suggerito di chiamare Ade, il dio degli inferi) finisce per avere un passaggio ravvicinato a Giove che lo fionda all'esterno del sistema solare. Giove - avendo ceduto parte del proprio momento angolare ad Ade - viene invece sbalzato verso il sistema solare interno, senza però influenzare i quattro pianeti rocciosi più interni.
Le zone tondeggianti e scure sulla luna sono quel che resta di violentissimi impatti avvenuti miliardi di anni fa |
Del resto una recente ricerca suggerisce che queste espulsioni planetarie siano più comuni di quanto si pensasse. Ade sarebbe dunque ora uno di quegli esopianeti ghiacciati che vagano nella freda oscurità dello spazio interstellare come lupi solitari.
Ma c'è di più: potrebbero esserci stati altri pianeti perduti. Alcuni ricercatori avevano già suggerito che un quinto pianeta roccioso situato tra Marte e Giove avrebbe potuto essere stato espulso più o meno in quell'era remota; ed è anche possibile che - sempre in quel perido - qualche super-terra si sia schiantata su Giove o Nettuno (quest'ultimo è infatti il più denso dei pianeti giganti).
Il nostro sistema solare - così calmo e tranquillo - ha probabilmente avuto un'infanzia difficile e violenta. Quanto violenta, non lo sappiamo...
Fonti:
- Missing planet explains solar system's structure (NewScientist)
- Young Solar System's Fifth Giant Planet? (arXiv.org, preview della pubblicazione sull'Astrophysical Journal)
Con un infanzia così diventerà un serial killer tra qualche miliardo di anni... :)
RispondiEliminaNicholas
Ciao, sono un tuo lettore da un po', ti scrivo la prima volta ora per farti i complimenti per il blog e dirti che questo post mi ha ispirato questo racconto.
RispondiEliminaCiao!
Grazie Mattia, mi hai fatto un grandissimo onore.
RispondiEliminaI complimenti vanno a te per il tuo racconto, l'ho letto davvero con piacere. L'atmosfera maliconica mi ha ricordato un episodio di "Cronache Marziane" di Bradbury. Riporto qui il link, che nel tuo commento per qualche motivo dev'essere saltato:
http://blogdiunsolitario.blogspot.com/2011/10/i-figli-di-ade.html
L'ho recuperato dal tuo profilo su BlogSpot.
Grazie davvero!
P.S.
Ho aggiunto il tuo blog alla lista dei preferiti!
Mi fa piacere che ti abbia fatto piacere (scusa il gioco di parole), e ti dirò di più: mi hai ispirato un altro post, nella fattispeciequesto qui(sperando che non faccio casino con l'html un'altra volta), che poi ha portato a un altro racconto (che però non voglio rievocare, altri tempi)... comunque scusa se non ti ho avvisato per tempo del fatto, ma ero in una fase della mia vita diversa, una fase "timida", diciamo, e allora nonostante il ringraziamento che ho messo nel post non sono venuto a dirti nulla.
RispondiEliminaComunque grazie davvero per i complimenti... e alla prossima, ciao!