sabato 9 gennaio 2016

Nati con “Giorgio” nella Vergine (ovvero «avevo già la Luna e Giorgio nel Leone»)...

Il Sistema Tolemaico
Le basi dell'astrologia occidentale sono state codificate quasi due millenni fa anni fa dal grande astronomo e astrologo greco Claudio Tolomeo (100 d.C - 175 d.C.) nel suo Tetrabiblos.

Tolomeo in un altro libro - l'Almagesto, il suo grande capolavoro - descriveva con precisione la concezione astronomica prevalente del mondo antico, quella geocentrica (o tolemaica) con la Terra al centro dell'Universo e i sette pianeti che gli ruotavano intorno in questo ordine: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno.

Gli altri pianeti all'epoca non erano ancora conosciuti...
Nettuno, scoperto nel 1846
Nettuno è stato scoperto 170 anni fa (1846). Gli astronomi avevano notato delle irregolarità periodiche (perturbazioni) nel moto orbitale di Urano, del quale parleremo più avanti, e cercarono di capirne il motivo. Si resero conto che quelle perturbazioni erano compatibili con la presenza di un altro pianeta più esterno. Urbain Le Verrier calcolò dove avrebbe dovuto essere. Johann Gottfried Galle e Heinrich Louis d’Arrest puntarono il telescopio dell’osservatorio di Berlino dove aveva detto il collega francese e trovarono il nuovo pianeta. Fu battezzato Nettuno.

S’è mai sentito che un astrologo abbia fatto lo stesso? «C’è una strana influenza astrale che all’incirca ogni 14 anni o poco meno riguarda un segno diverso. (Il pianeta compie una rivoluzione intorno al Sole ogni circa 165 anni – per la precisione 164,88 – e quindi, apparentemente, anche un giro completo dello zodiaco; transita dunque su ciascuna delle 12 case ogni 165:12=13,75 anni.) Vuoi vedere che c’è un altro pianeta?» No, naturalmente. Gli astrologi hanno aspettato che degli astronomi lo scoprissero, che qualcuno gli desse un nome e poi loro gli hanno attribuito in modo del tutto gratuito dei significati: «Vediamo un po’… Lo hanno chiamato Nettuno, come il dio del mare… Beh, allora sarà senz’altro legato al segno dei Pesci!»

Plutone, scoperto nel 1930 e recentemente
fotografato dalla sonda New Horizons
Lo stesso è successo per Plutone, scoperto solo nel 1930 da Clyde Tombaugh. È troppo piccolo per avere effetti gravitazionali sensibili sulle orbite dei pianeti interni. Fu scoperto confrontando delle lastre fotografiche. Ruota intorno al Sole in circa 248 anni (247,8).

In questo caso gli astrologi avrebbero dovuto essere addirittura avvantaggiati: visto che l'influenza dei pianeti non dipende dalla loro distanza dalla Terra ma dalla loro posizione apparente nel cielo proiettata sull'eclittica, avrebbero potuto dire: «c'è un'influenza astrale compatibile col fatto che ogni circa 20 anni e mezzo qualcosa transiti da una casa all'altra. Questo ci aiuterebbe a spiegare certi aspetti caratteriali delle persone».

Lo hanno fatto? No, naturalmente. Di nuovo, hanno aspettato gli astronomi. Plutone è il dio degli inferi, per cui il suo effetto è legato alla morte e alla rinascita.

Poi, con la scoperta di Eris, Quaoar, Sedna, Huamea, Makemake e degli altri pianeti nani trans-nettuniani si devono essere resi conti che continuare così sarebbe stato ridicolo: «... e poi chi cazz'è Makemake?»

Urano, scoperto nel 1781

Urano è settimo pianeta del Sistema Solare in ordine di distanza dal Sole, intorno al quale ruota in circa 84 anni. È composto prevalentemente di ghiaccio ed è molto grande: la sua massa è 14,5 volte quella del nostro pianeta e il suo diametro circa 4 volte superiore. Ciò nonostante è al limite della visibilità ad occhio nudo perché è anche molto distante dal Sole: 19 volte più della Terra. Questo spiega perché Urano fu scoperto solo nel marzo del 1781 da Sir William Herschel che avrebbe voluto chiamarlo Giorgio III in onore del suo Re. Gli altri astronomi inglesi lo convinsero però ad optare per Urano.

Nella mitologia greca Urano fu evirato e detronizzato dal figlio Crono (Saturno). I nostri amici astrologi hanno pertanto pensato bene di attribuirgli il significato di “cambiamento che irrompe con modalità talvolta drastiche e inaspettate per modificare una situazione”. Che fantasia, vero?

A pensarci bene è davvero un peccato che Herschel non l'abbia chiamato come il su re. Chissà cosa si sarebbero inventati gli astrologi sulle presunte influenze di “Giorgio”? «Accidenti, signore, lei è nato con Giorgio nella Vergine e in trigono con la Luna! Ma lo sa che è davvero fortunato?»

2 commenti:

  1. Vorrei girare l'articolo alle mie amiche filoastrologhe, ma temo che sarebbe inutile...

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    1. Beh, comunque puoi chiederglielo: come mai prima della scoperta di questi pianeti nessun astrologo ha previsto che ci fossero? E come mai gli hanno attribuito caratteristiche compatibili coi nomi delle divinità scelte dagli astronomi?

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